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Draghi furioso con Letta: l’incredibile retroscena da Palazzo Chigi. Che succede

Non solo Matteo Salvini negli incubi notturni del premier Mario Draghi. Adesso, a quanto pare, anche Enrico Letta. Il segretario del Pd non perde occasione per dire quanto gli piaccia Draghi (sì, ma fino a che punto?), ma a Draghi piace ancora Enrico Letta? Questa è la domanda che ci si pone in queste ore al Nazareno, dopo da Palazzo Chigi è filtrato più di un malumore sull’atteggiamento del segretario dem. A rivelare il retroscena è Tpi che ha potuto parlare con alcune fonti vicine al presidente del consiglio. “Le polemiche di posizionamento per dare un’identità al Pd del Letta giovane sono all’ordine del giorno ormai da troppo tempo e dalle parti di Palazzo Chigi non sembrano più gradire molto i continui scontri interni alla maggioranza con Matteo Salvini”. (Continua a leggere dopo la foto)

E cominciano a trapelare i primi segnali di “irritazione”. Mario Draghi poi da lui, diversamente che da Salvini, non se l’aspettava proprio: “Ci aspettavamo tutt’altro atteggiamento da parte del neo-segretario Pd”, spiegano senza mezzi termini a Tpi fonti di piazza Colonna. “Anche perché Draghi è stato uno dei principali fautori dell’approdo di Letta al Nazareno”. Insomma, alla presidenza del Consiglio tutto si aspettavano tranne che il mite Enrichetto di punto in bianco si mettesse a scimmiottare Salvini sulla via dei “distinguo” ad ogni costo. (Continua a leggere dopo la foto)

La novità, però, è che stavolta da Chigi glielo hanno fatto notare. E infatti, guarda caso, da qualche giorno pare essersi spenta la “verve” polemica e il controcanto del neo-segretario Pd. “Oltretutto”, continuano sempre da Chigi dialogando con Tpi, “quello che non hanno capito sia Letta che Salvini è che ‘beccandosi’ a vicenda e mettendo in difficoltà il governo fanno semplicemente il gioco della Meloni”. (Continua a leggere dopo la foto)

Non per niente Pd e Lega non stanno guadagnando mezzo voto, mentre Giorgia Meloni dopo aver sorpassato il Pd sta mettendo nel mirino la Lega di Salvini. A questo punto, forse, qualcuno dovrebbe ripassare un buon manuale di strategia politica. O scegliere strateghi migliori.

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