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Liccione paragona i no vax agli ebrei: “La storia si ripete”

Ancora un paragone tra i no vax e gli ebrei che scatena la polemica. Dopo i manifestanti di Novara che qualche tempo fa hanno sfilato per le vie della città incatenati e vestiti come i deportati nei campi di concentramento nazisti, ora tocca al leader torinese dei no green pass lanciarsi in questo azzardato accostamento. Marco Liccione, personaggio noto anche per le sue frequenti apparizioni tv, pubblica su Facebook una vecchia fotografia di una famiglia di ebrei con la stella di David ben in vista sul petto. “La storia si ripete”, commenta suscitando l’indignazione di molti.

Marco Liccione

È ancora molto fresco il ricordo della manifestazione no vax di Novara, quando diverse decine di manifestanti si sono travestiti da deportati nei lager nazisti, suscitando un’ondata di indignazione in buona parte del Paese. Ora che il governo Draghi ha dato il via libera al cosiddetto Super green pass, che entrerà in vigore dal 6 dicembre prossimo, la rabbia di tutte quelle persone contrarie ai vaccini e al certificato verde riesplode con più forza di prima. Come nel caso del post pubblicato da Liccione.

Come appena accennato, nella mattinata di giovedì 25 novembre, il leader dei no green pass torinesi posta una foto sul suo profilo Fb. L’immagine ritrae una famiglia di ebrei, verosimilmente negli anni ‘30 del Novecento, in posa e ben vestita. Ma con appuntata sul petto la stella gialla simbolo della loro segregazione in Germania e in Italia.

“La Storia si ripete cambia la modalità. – scrive Liccione a commento della foto – Citazione di un ebreo ungherese dal documentario ‘Gli ultimi giorni’. Le persone si chiedono come mai non abbiamo fatto qualcosa. Non siamo fuggiti. Non ci siamo nascosti. Beh…le cose non sono successe all’improvviso. Le cose sono andate molto lentamente. Ogni volta che usciva una nuova legge o una nuova restrizione dicevamo: “Beh, solo un’altra cosa, esploderà. Quando abbiamo dovuto indossare la stella gialla per stare fuori…abbiamo iniziato a preoccuparci. Era troppo tardi! Svegliamo ci prima che sarà troppo tardi (sic!)”, conclude.

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