Negli obiettivi del governo giallorosso, come dichiarato a più riprese in questi giorni dai vari esponenti dell’esecutivo, c’è quello di scongiurare la peggiore delle ipotesi, il lockdown a Natale. Gli esiti, in caso contrario, potrebbero essere devastanti per tante attività già in difficoltà dopo le ultime restrizioni. A quantificare quanto, di preciso, ci costerebbe un’eventuale chiusura è il rapporto Censis-Confimprese “Il valore sociale dei consumi”, realizzato con il contributo di Ceetrus. La cifra totale è altissima: 25 miliardi di euro di consumi in meno.
Da quando siamo in emergenza sanitaria, a testimonianza dell’importanza della vendita al dettaglio, 18 milioni di persone in Italia hanno modificato i propri comportamenti di acquisto, cambiando negozi o brand di riferimento, gestendo diversamente la spesa, cambiando i criteri di scelta dei luoghi di acquisto. Nel periodo dell’emergenza il 42,7% ha acquistato online prodotti che prima comprava nei negozi fisici, in particolare i giovani (52,2%) e i laureati (47,4%). In generale, dopo il Covid-19 il 38% degli italiani afferma che non tornerà alle vecchie abitudini di consumo.
Secondo il presidente di Confinmprese Mario Resca “la situazione della distribuzione e del commercio in generale, è già durissima oggi, con chiusure soltanto parziali, perché da quando, appena una settimana fa, si è cominciato a parlarne, la flessione è stata immediata, i clienti si sono diradati e la distribuzione, la ristorazione e il commercio hanno già intravisto i giorni bui di marzo e aprile“.Conte replica alla critica di Riccardo Muti: “Cinema e teatri chiusi? Ti spiego perché”