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Lucilla Boari a Tokyo 2020: dopo la medaglia di bronzo vince anche la paura del coming out

Oltre ad emozionati momenti adrenalinici, le Olimpiadi sanno regalare anche grandissime emozioni. Basta pensare alla gioia che riescono a tramettere a noi del pubblico gli atleti che riescono a vincere una delle tre ambite medaglie, ma Tokyo 2020 non è fatta solo quel tipo di emozioni. Ne sa qualcosa Lucilla Boari che ha conquistato la medaglia di bronzo del tiro con l’arco in quel di Tokyo, regalando il 20° squillo azzurro, il primo di un’atleta femminile italiana in una disciplina individuale ai Giochi. Dopo aver fatto esultare l’Italia, Lucilla ha regalato al pubblico un’altra emozione davanti alle telecamere, quando ha ricevuto un messaggio speciale, quello della collega Sanne de Laat. La donna rappresenta una persona davvero speciale per la Boeri, che ha sfruttato l’occasione per fare coming out davanti il mondo intero: “Lei è Sanne, la mia ragazza”, ha detto emozionata l’arciera davanti le telecamere. (Continua a leggere dopo la foto)

La 24enne di Mantova si è presentata a Casa Italia, per il classico appuntamento post-gara, e ha ricevuto un messaggio molto particolare, quello di Sanne de Laat, arciera compoundista olandese e sua collega. Queste le parole dell’atleta oranje: “Ti amo tanto, sono molto orgogliosa di quello che hai fatto, non vedo l’ora che ritorni, ti sto aspettando per darti un grande abbraccio”. A quel punto Lucilla ha poi candidamente ammesso: “grazie alla mia ragazza”. Una scena davvero emozionate e destinata a rientrare tra le più belle di queste Olimpiadi. (Continua a leggere dopo la foto)

La Boari ha vissuto una giornata letteralmente indimenticabile, togliendosi una grande soddisfazione. E pensare che in occasione dei Giochi di Rio era finita al centro di un vero e proprio caso, quando un quotidiano l’aveva parlato del team italiano di tiro con l’arco, come un “team di cicciottelle”. Una bella rivincita per la Boari che ora può gonfiare il petto: “Mi aspetto altri titoli di giornale, non è stato un bell’aggettivo, ci hanno detto che voleva essere di conforto e non dispregiativo ma purtroppo è passato l’esatto opposto ma il dato di fatto è che adesso c’è una medaglia”.

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