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Kim Jong-un: Covid portato in Corea del Nord da palloncini lanciati dalla Corea del Sud

Da qualche settimana l’epidemia di Covid ha colpito anche la Corea del Nord che per ora, almeno ufficialmente, era rimasta indenne dal contagio. A far discutere però è la bizzarra teoria sulle origini della diffusione del virus nel Paese comunista. Ad esporla è direttamente il presidente nordcoreano Kim Jung-un per il quale, almeno secondo quanto riportano alcuni media, il Covid in Corea del Nord sarebbe arrivato trasportato dai palloncini gonfiabili lanciati dai nemici della Corea del Sud.

Kim Jong-un

Dunque, secondo Kim Jong-un, l’epidemia di Covid nel suo Paese si sarebbe diffusa a partire da persone che avrebbero avuto contatti con i palloncini provenienti dalla Corea del Sud. Una versione dei fatti che ovviamente non convince gli osservatori internazionali e che sembra più un modo per scaricare la responsabilità della cattiva gestione dell’epidemia sui rivali storici dell’altra Corea.

Il riferimento di Kim Jong-un ai palloncini colorati non è comunque casuale, visto che per anni gli attivisti anticomunisti rifugiati in Corea del Sud hanno utilizzato proprio questo metodo pacifico per distribuire volantini di propaganda critici nei confronti del regime nordcoreano. Azioni politiche di disturbo che hanno spesso provocato le proteste di Pyongyang nei confronti di Seoul per non averle interrotte.

Il ministero dell’Unificazione della Corea del Sud replica a queste accuse affermando che non c’è nessuna possibilità che i palloncini sudcoreani possano aver diffuso il virus in Corea del Nord. A loro volta i nordcoreani ribattono affermando di aver individuato un cluster di infezione da Covid nella città di Ipho vicino al confine sud-orientale con la Corea del Sud. Un soldato di 18 anni e un bambino dell’asilo di cinque anni avrebbero avuto contatti con quelle che vengono definite “cose aliene” all’inizio di aprile.

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