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“Via i 15 dissidenti”. M5S, partono le espulsioni: scissione in corso

Il M5S è pronto alla scissione. Il voto in Senato e alla Camera al premier Draghi ha dato il via all’atto finale. Diviso tra governisti e ribelli, nonostante il voto su Rousseau abbia dato l’indicazione di schierarsi dalla parte del “sì”, il Movimento ora prepara le espulsioni dei dissidenti, aprendo così alla spaccatura definitiva. Chi ha votato in dissenso dal gruppo pagherà infatti con l’espulsione. Si tratterà sicuramente di un passaggio non facile per i grillini, che potrebbero cacciare dalla porta volti storici della prima ora. L’annuncio è arrivato dal reggente Vito Crimi attraverso un post su Facebook: “I 15 senatori che hanno votato no alla fiducia saranno espulsi”.

Ha aggiunto Crimi, con tono da resa dei conti: “Sono venuti meno all’impegno del portavoce del Movimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti. Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del Movimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo”. I 15 che saranno espulsi dal M5S sono: Abate, Angrisani, Corrado, Crucioli, Di Micco, Giannuzzi, Granato, La Mura, Lannutti, Lezzi, Mantero, Mininno, Moronese, Morra e Ortis.

A loro si aggiungono le 6 assenze (strategiche?) di Auddino, Botto, Campagna, Dessì, Garruti e Nocerino. I dissidenti rappresentano quasi un quarto della compagine grillina, e a questo punto uno squarcio può aprirsi da un momento all’altro. Subiranno sanzioni disciplinari anche i big Barbara Lezzi e Nicola Morra. Il presidente della commissione Antimafia si è subito espresso su una possibile espulsione: “Vedremo. Non ci sono problemi, bisogna andare avanti e avere il massimo rispetto delle posizioni di tutti”.

C’è infine da considerare l’ipotesi di un nuovo gruppo dove far confluire i delusi M5S. “Valuteremo in seguito alla votazione come mettere meglio a frutto gli esiti di questa assai sofferta decisione”, ha affermato all’Adnkronos la senatrice Bianca Laura Granato. Il numero è sufficiente per costituire un nuovo gruppo a Palazzo Madama, dove la soglia minima è di 10 senatori. Pare ci siano dei contatti in corso con Italia dei Valori per ottenere il prestito del simbolo.

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