Il governo gialloverde, sulla carta, è ormai acqua passata, rimpiazzato dalla sua versione giallorossa che ha visto l’avvicendamento tra la Lega e il Pd di Zingaretti. Eppure, a guardar bene, è come se in realtà Salvini fosse ancora al Viminale, a portare avanti la sua politica dei porti chiusi sempre e comunque, rivendicata con orgoglio ancora oggi a ogni adunata di piazza. La tanto decantata discontinuità col passato, ora che il Carroccio è passato all’opposizione, non si vede né si sente. 
Il Conte 2.0, insomma, ha proseguito quatto quatto lungo la linea già tracciata dalla Lega in passato, con tanto di ringraziamenti da parte del premier in questi giorni alla guardia costiera libica per il suo impegno nel “contenere”, termine non casuale, centinaia di migranti. Zingaretti e i democratici, da par loro, fanno orecchie da mercante, preferendo spostare altrove il dibattito politico.
Nessun cambio di rotta, insomma, sul fronte migranti, respinti sempre e comunque, lasciati in mare come se a bordo non ci fossero vite umane ma semplici scatoloni. L’unica differenza, tra giallorossi e gialloverdi, sono i toni: Salvini mostrava il petto orgoglioso a chi criticava la sua intransigenza, Conte & co. preferiscono toni più moderati, fari spenti o quasi. Che bella, questa rivoluzione.Brexit, svolta improvvisa: sì al voto anticipato a dicembre nel Regno Unito