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Urla, insulti e poi il dietrofront: manovra, alla fine il governo accontenta l’Europa

Ricapitoliamo: “Non arretreremo di un millimetro”, “Junker è un ubriacone”, “O la manovra passa così, o salta tutto”, “È la manovra del popolo, ce ne freghiamo dell’Europa”, eccetera, eccetera. E ora? Salvini e Di Maio, dopo le continue sceneggiate sono costretti a piegare il capo e ad accettare un dietrofront sulla manovra. Ancora alta tensione sulla linea Roma-Bruxelles. Di fronte alla scelta dell’Italia di innalzare il deficit al 2,4% del Pil nel prossimo triennio, per finanziare misure come il reddito di cittadinanza e il taglio delle tasse, mettendo a rischio la discesa del debito, l’Europa ritrova una voce sola e fa sapere di pretendere il rispetto delle regole sul fronte dei conti pubblici.

Per rispondere al rischio di bocciatura immediata della manovra in Ue, Lega e M5s danno al ministro Tria un appiglio: si garantirà la discesa del debito, anche con la disponibilità ad abbassare il deficit per il 2020 e il 2021 sotto la previsione iniziale del 2,4%. Quindi, il 2,4% sarà solo nel 2019, per poi scendere negli anni successivi fino al 2021.

Nel corso della giornata c’era stata un’escalation di dichiarazioni che hanno riacceso i timori su una possibile uscita dall’euro con lo spread (il differenziale fra i btp e i bund tedeschi) che ha sfondato i 300 punti base e Piazza Affari che ha chiuso nuovamente in rosso. Se il premier Giuseppe Conte prova a giocare il ruolo del mediatore promettendo un’accelerazione proprio della “discesa del rapporto debito/Pil”, il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini sceglie invece la provocazione.

“Io parlo solo con le persone sobrie”, dice commentando le affermazioni del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, che ha evocato un rischio Grecia per l’Italia. In attesa della pubblicazione della nota di aggiornamento al Def, dove saranno fissati i nuovi parametri per deficit, debito e crescita e che è attesa per domani in Parlamento (ma ulteriori dettagli – spiega in serata Di Maio – “saranno definiti domani mattina”), un nuovo vertice di governo è stato convocato a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte.

“Tutti insieme avanti determinati con gli impegni presi”, twitta il presidente del Consiglio insieme alla pubblicazione di una foto della riunione dove si vedono seduti attorno ad un tavolo Salvini e Maio, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e i suoi vice Massimo Garavaglia e Laura Castelli, il ministro degli Esteri Enzo Moavero. Ufficialmente l’esecutivo giallo-verde tiene la linea approvata nel Consiglio dei ministri dello scorso giovedì.

Il governo italiano, però, non può contare neanche sugli amici sovranisti: anche il ministro delle finanze di Vienna che ha la presidenza di turno Ue dell’Ecofin Hartwig Loeger chiede chiarimenti e invita Roma “al rispetto delle regole“. A quel punto è apparso evidente a tutti che c’era davvero da intervenire, ed ecco quindi il nuovo accordo sulla manovra. Ma questo viene detto sottovoce, perché quel che conta è alzare il volume solo per slogan e campagna elettorale.