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Gigino ordina: “Facite ammuina!”. Ma la finanziaria del Popolo è una bufala

La storia del “facite ammuina” è molto interessante, e ora diciamo anche perché c’entri con la gran festa che ha fatto il Movimento 5 Stelle (e il governo) dopo l’approvazione della proposta di manovra con deficit al 2,4%. Il detto “facite ammuina” ha origini napoletane, e porta con sé una leggenda. Accadde tutto dopo la nascita della Regia Marina italiana: un ufficiale napoletano, Federico Cafiero, passato ai piemontesi già durante l’invasione del Regno delle Due Sicilie, sorpreso a dormire a bordo insieme all’equipaggio, fu messo agli arresti da un ammiraglio piemontese per indisciplina a bordo. Scontata la pena, l’ufficiale fu rimesso al comando della sua nave dove pensò bene di istruire il proprio equipaggio a “fare ammuina” (cioè il maggior rumore e confusione possibile) ogni volta che si fosse presentato un ufficiale superiore, in modo da essere avvertito e, allo stesso tempo, di dimostrare l’operosità dell’equipaggio.

Nel linguaggio odierno, il detto sta a significare, in sostanza: far vedere che si sta lavorando anche quando non si fa niente. Ed è esattamente quello che ha fatto il Movimento 5 Stelle, affacciandosi sul balcone e invitando la gente a fare festa per aver “abolito la povertà”. E mentre anche il premier Conte diceva “i mercati capiranno”, la borsa ha iniziato a crollare e lo spread a volare, sempre più su, trascinando l’Italia sempre più giù.

E se da un lato gli analisti hanno iniziato a dare consigli ai risparmiatori italiani su come non restare fregati “grazie” a questa nuova manovra, dall’altro il governo fa finta che sia già stata compiuta la rivoluzione, creando una sproporzione enorme tra la festa che fanno loro e la realtà dei fatti. Il dato sostanziale è che questa manovra, giocata su un debito enorme che pagheranno le generazioni future (le quali non lavoreranno), è fondata sull’assistenzialismo e non su politiche tese a creare nuovi posti di lavoro.

C’è una sorta di rassegnazione che crea l’equazione secondo cui essendoci ormai rassegnati all’idea che non c’è lavoro, ci buttiamo tutti sui sussidi. È per questo che la festa organizzata da Di Maio sul balcone di palazzo Chigi stride con la realtà dei fatti. Per non parlare poi di antichi richiami che preoccupano e non poco, dato che i parlamentari pentastellati hanno ricevuto l’ordine dal team comunicazione del Movimento di scendere in piazza per far sembrare che quella fosse folla in festa. Gli ultimi affacci da un balcone e con ordini di questo tipo hanno un richiamo storico inquietante.

E qui torniamo al punto di partenza: è come se l’ordine sia quello di continuare a “fare casino” per mascherare la realtà dei fatti. E poi tutta questa gioia per cosa? Hanno giusto presentato una previsione di budget, non è stata distribuita ancora nessuna pensione, nessun reddito di cittadinanza… La manovra deve essere ancora visionata da Bruxelles, e molto probabilmente non verrà neanche approvata. Ma questo non conta, ora conta solo “fare festa”, “fare ammuina”. Insomma, guardiamo alla realtà: tra abolizione della Fornero, reddito e pensione di cittadinanza, non si vedono misure che favoriscano nuovo lavoro e soprattutto che favoriscano quello che è il punto decisivo: l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Non ci sono meccanismi che permettano alle nuove generazioni di entrare realmente nel circuito occupazionale. La riforma delle pensioni porterà un ulteriore peso che graverà sulle nuove generazioni. Al di là dell'”ammuina” del M5s e del governo, è quello che viene preannunciato con una manovra che ci dice che non c’è nulla da festeggiare. Checché ne dica il “comitato festeggiamenti” Movimento 5 Stelle. Per la prossima sagra in paese, visto che c’è da far casino, chiameremo loro.