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Lega: “Via ecotassa”, Di Maio imbufalito. Altra guerra di emendamenti in corso

Far quadrare i conti della manovra dopo la bocciatura di Bruxelles e il giochino del 2,04 sta facendo “litigare” pesantemente Salvini e Di  Maio. Stop non solo all’ecotassa sulle auto più inquinanti, ma anche agli incentivi per i veicoli ecologici. Con un emendamento alla manovra la Lega punta a cancellare l’intero pacchetto di norme voluto dal M5S. “Come governo diciamo no a qualsiasi nuova tassa, se gli amici del M5S trovano altre coperture per gli incentivi siamo ben contenti”, ha detto il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia.

Ma il sottosegretario ai Trasporti Michele Dell’Orco (M5S), parlando dello stop della Lega all’ecotassa, inisiste: “Il bonus per le auto elettriche è una misura imprescindibile, deve rimanere e le risorse di copertura da qualche parte ci devono essere. Il malus non è una nuova tassa e comunque la nostra intenzione è non toccare le utilitarie. Stiamo cercando di rivedere il malus: arriverà una riformulazione del governo”.

Un altro emendamento alla manovra prevede che “con effetto dal primo gennaio 2019, ai magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, agli avvocati e procuratori dello Stato è data facoltà di permanere in servizio, a domanda, per un periodo massimo di un biennio oltre i limiti di età per il collocamento a riposo per essi previsto”. Il testo ha suscitato perplessità nell’Anm che oggi ne ha discusso nel comitato direttivo centrale.

Presentato anche un emendamento M5s sui tagli all’editoria con effetto dal 2019. L’emendamento prevede che siano “progressivamente ridotti fino alla loro abolizione” i contributi all’editoria. Prevede poi che a valere sul fondo per il pluralismo vi siano delle forme di finanziamento per progetti di promozione della “cultura della libera informazione plurale”. Altro che Orwell qua…

Quello sull’ecotassa non è l’unico fronte di tensione nella maggioranza: anche sul reddito di cittadinanza si è consumato un botta e risposta tra il sottosegretario leghista Giorgetti, secondo il quale gli assegni rischiano di “alimentare il lavoro nero”, e Luigi Di Maio. Alle critiche del sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti Di Maio replica: “Io il contratto l’ho firmato con Salvini, e nel contratto c’è il reddito di cittadinanza, ci sono le pensioni minime più alte, gli aiuti ai lavoratori, abbiamo limitato i contratti precari: noi dobbiamo andare avanti in questa direzione”.

Un altro emendamento presentato dalla Lega in Senato cancella il riferimento all’Isee tra i criteri per definire la platea dei destinatari della card cultura per i 18enni, quel “mostro” (come lo definivano loro) voluto da Renzi. Solo che invece di finanziarla ancora di più, l’hanno tagliata. Quella card che si era rivelata un successo per teatri, librerie e cinema. Scendono ulteriormente gli stanziamenti da 270 a 230 milioni (dai 290 milioni precedenti). Geni.

 

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