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Manovra, Meloni flop: tutte le cose su cui ha fatto retromarcia

Si avvicina il giorno dell’approvazione della manovra economica che dovrà avvenire per forza entro la fine dell’anno per evitare l’esercizio provvisorio. Il premier Giorgia Meloni ha promesso che i tempi verranno rispettati. Il testo della legge di bilancio dovrebbe dunque arrivare alla Camera giovedì per essere poi approvato definitivamente entro venerdì con un voto di fiducia. Il passaggio al Senato avverrebbe tra Natale e Capodanno. Ma, complici le forti pressioni provenienti da Bruxelles, il centrodestra è stato costretto a fare retromarcia su diversi provvedimenti bandiera, come ad esempio l’uso del Pos.

Flop del governo Meloni sulla manovra

Oltre all’altolà dell’Unione europea, anche le poche risorse finanziarie disponibili hanno costretto il governo Meloni a limare diversi provvedimenti dalla manovra economica. La sconfitta principale del centrodestra è rappresentata dal ritiro della norma sulla possibilità per i commercianti di accettare il Pos per pagamenti inferiori ai 60 euro. Si era parlato di abbassare la soglia a 30 euro, ma alla fine il governo ha ceduto su tutta la linea: gli esercenti saranno costretti ad accettare il pagamento elettronico anche per un caffè, pena multe salatissime.

“Il sostegno all’economia reale passa anche dalla possibilità che l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici sia previsto solo per quelli che superano una certa soglia”, aveva rivendicato con orgoglio la Meloni soltanto qualche giorno fa. Promesse poi andate in fumo. “Il cittadino deve essere libero di pagare come ritiene. Un Paese libero non ti impone costrizioni”, ci ha messo il carico Matteo Salvini, venendo poi smentito dai fatti. Troppo forti le pressioni dell’Ue e il rischio di dover rinunciare ai fondi del Pnrr. “In qualche modo faremo”, promette il premier. Ma al momento nessuno sa come.

Ma nei piani del governo Meloni non c’era solo la norma sul Pos. Il centrodestra ha dovuto abbassare le proprie aspettative anche sulla flat tax, sull’aumento delle pensioni minime, sul promesso condono fiscale e anche sulla modifica di Opzione donna. “Nel primo consiglio dei ministri la faremo per gli autonomi fino a 100mila euro”, aveva promesso Salvini due mesi fa parlando di flat tax per tutti. “È necessario fare il massimo sforzo possibile per aumentare le pensioni minime a mille euro”, batteva invece i pugni sul tavolo Silvio Berlusconi, rivendicando una delle misure bandiera di Forza Italia. Ma anche in questo caso il muro della Meloni è stato invalicabile: pensioni a 600 euro soltanto per gli over 75. Retromarcia del governo, infine, anche sul tema dei migranti e dei porti chiusi che, invece, per il momento resteranno aperti, pronti ad accogliere altri profughi.

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