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Riforma pensioni e reddito di cittadinanza? Non ci sono in manovra: “magia” Salvimaio

Oggi il Presidente della Repubblica trasmetterà la manovra alla Camera per l’esame. In una lettera Sergio Mattarella sarebbe pronto a chiedere ai parlamentari di cancellare le misure che non hanno titolo ad essere in manovra. L’aspetto più interessante è che non sono in manovra, ora è ufficiale, il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni (con quota 100). I due obiettivi simbolo della maggioranza, quelli con cui hanno fatto il pieno di voti, saranno introdotti soltanto nel 2019, con degli appositi disegni di legge collegati, “quando tutto sarà pronto”, ammette il sottosegretario Giancarlo Giorgetti.

È vero: la manovra ipotizza delle spese per queste misure e indica in 6,8 miliardi l’impegno per il reddito di cittadinanza nel 2019. Ma sono accantonamenti “virtuali” e che sembrano più un ulteriore modo per prendere tempo. Obiettivi scorporati, rinviati. Manca in manovra anche il taglio alle pensioni d’oro. La sforbiciata verrebbe introdotta soltanto nelle prossime settimane con un emendamento parlamentare oppure del governo.

Lega e M5S avrebbero raggiunto un accordo politico per colpire gli assegni sopra i 90mila euro (esclusi quelli delle casse complementari). L’entità dei tagli e le soglie di intervento restano imprecisate. Riduzione dell’1,5% “strutturale” dell’aumento dell’ aliquota agevolata Iva che quindi nel 2019 resterà al 10% per passare nel 2020 all’11,5% (senza quindi salire al 13%). Mentre il rincaro dell’ aliquota ordinaria è sterilizzato per il solo 2019.

Invece nel 2020, senza ulteriori interventi di sterilizzazione, salirà al 24,1% anziché al 24,9% e dal 2021 al 24,5% anziché al 25%. Si conferma così lo stop per intero agli aumenti per il solo 2019 (per circa 12,5 miliardi). Va in scena una sterilizzazione parziale per il 2020 e 2021 (secondo la bozza programmatica di bilancio, per circa 5,2 e 3,8 miliardi). Intanto, però, nasce Investitalia, la cabina di regia a Palazzo Chigi per la promozione degli investimenti pubblici e privati.

La struttura potrà contare su una dotazione di 25 milioni di euro. È previsto un miliardo e mezzo per i risparmiatori truffati dalle banche, con fondi dai “conti correnti e dei rapporti bancari definiti come dormienti all’interno del sistema bancario nonché del comparto assicurativo e finanziario”. Nel testo della manovra anche una serie di assunzioni nella Pubblica Amministrazione e il finanziamento del contratto degli statali.

Le assunzioni sono corpose: 3.000 unità in tre anni per l’Arma dei Carabinieri, la Polizia e la Guardia di Finanza, oltre a 1.500 uomini e donne per i Vigili del Fuoco e al personale della Polizia penitenziaria. Per la scuola, nessuna novità. Una manovra che guarda poco a sociale e cultura. Ai giovani vanno appena 30 milioni. Il bonus diciottenni voluto da Renzi viene ridotto : da 500 euro dovrebbe scendere 300. La cultura è costretta a un rapido dimagrimento.

 

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