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Mascherine a 20 centesimi: arriva da Matera un tessuto ecologico ed economico

Mascherine chirurgiche più ecologiche e soprattutto più economiche: arriva dalla Basilicata un tessuto con il quale realizzare mascherine da vendere al pubblico a soli 20 centesimi l’una. La scoperta arriva da Pisticci Scalo, in provincia di Matera, dove l’azienda Orma srl ha messo sul tavolo del Politecnico di Bari un tessuto non tessuto in grado di rimpiazzare il “meltblown” con cui di solito vengono assemblate le mascherine chirurgiche. Che però è (quasi) introvabile sul mercato internazionale ed è fatto di plastica, mentre questo materiale prodotto in Basilicata, è in cellulosa (praticamente carta) e avrebbe costi che consentirebbero di produrre una mascherina chirurgica a circa di 20 centesimi (“per volumi di produzione importanti e quindi grazie all’economia di scala”, spiegano dall’azienda lucana). Intanto il Politecnico di Bari afferma che l’azienda, al momento, sarebbe in grado di produrre 250mila metri quadrati di tessuto per 3,5 milioni di mascherine al giorno, ma la cifra potrebbe raddoppiare per soddisfare gran parte, se non la totalità, del fabbisogno nazionale. Nel frattempo è stato avvisato lo staff di Domenico Arcuri, in attesa del via libera che dovrebbe arrivare da un laboratorio di Chieti.

Dal primo esame, a cura dai ricercatori baresi guidati da Giuseppe Carbone, 48 anni, direttore del Dipartimento di Meccanica, matematica e management del Politecnico, il nuovo tessuto promette bene superando a pieni voti tutti i test. “Avevamo fatto delle prove e notato che il tessuto proposto dalla società lucana era promettente. Poi le prove di filtrazione batterica e permeabilità all’aria commissionate dalla stessa azienda hanno confermato la bontà del prodotto”, dice il professor Carbone. “La capacità filtrante è risultata pari al 99,1 per cento. Da non confondere con le mascherine Ffp2 o Ffp3, che hanno altre caratteristiche”, annota il professor Insomma, il tessuto prodotto dalla Orma ha le carte in regola per finire nella catena di montaggio delle aziende che producono mascherine chirurgiche. “Per essere classificate come chirurgiche avrebbero soltanto bisogno della certificazione da parte di altri laboratori accreditati”, precisa Carbone.La Orma Srl è un’azienda specializzata nella produzione di tessuto non tessuto specificatamente realizzato per la produzione di articoli destinati al settore medico sanitario come: cerotti, garze, lenzuola monouso. Ma da Orma producono anche materiali per tovaglie e tovaglioli antistrappo. Ed è proprio da qui che è arrivata l’intuizione. “I nostri tovaglioli hanno una tecnologia raffinata, tanto che il prodotto sembra in stoffa. E sapevamo che quello stesso materiale poteva avere ottime capacità filtranti”, dice l’ad delle due società, Renzo Odoardi.“Possiamo produrre la materia prima per fare mascherine chirurgiche e anche gli elastici, che sarebbero ecocompatibili”, commenta Odoardi. Secondo Politecnico e azienda, il materiale – in fabbrica lo chiamano “duo”, ma i nomi commerciali sono diversi – può rimpiazzare il ‘meltblown’, il cui prezzo è passato dai quattro-cinque euro al chilo a 10-12 euro.

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