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Green pass, Bassetti: “Via a marzo, ma potrebbe essere riattivato in autunno”

Matteo Bassetti rilascia una unga intervista a Repubblica in cui fa il punto sulla pandemia e prova a tracciare anche il suo futuro politico. Il responsabile del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova dichiara di essere favorevole all’eliminazione del green pass con la fine dello stato di emergenza il 31 luglio. Ma aggiunge anche che il certificato verde “potrebbe essere riattivato in autunno quando si dovrà fare la quarta dose”.

Matteo Bassetti

Bassetti ricorda cosa faceva due anni fa, durante lo scoppio della pandemia anche in Italia. “Ero direttore della Clinica da tre mesi. – racconta il medico – Ero in ospedale e non avevo tempo per pensare. Vedevamo cosa accadeva a Codogno e ci stavamo preparando, come potevamo. Perché finché non sono cominciati ad arrivare i pazienti, non sapevamo cosa dover affrontare. Eravamo disorientati, c’erano informazioni contrastanti su contagiosità, letalità: mi invitavano a informare la popolazione, ma i dati erano pochi”.

“Sono stato e sono un sostenitore accanito del green pass, finché avevamo un obiettivo sanitario: spingere le persone a vaccinarsi. – precisa Bassetti – Ora però l’obiettivo è raggiunto: il 95% della popolazione è vaccinata e protetta, il 92% over 12 vaccinati, gli altri sono guariti. Alla fine dello stato di emergenza, il 31 marzo, può rimanere per casi residuali, come le visite a malati, ma non per lavorare, prendere la pensione o un aperitivo. Non abuserei ora del green pass perché ci tornerà utile”.

“Il green pass potrebbe essere riattivato in autunno, quando si dovrà fare la quarta dose, a un anno dalla terza, evitando un’altra ondata. Per gli immunodepressi, invece va fatta a quattro mesi dal booster”, questa la sua previsione. “Sono molto medico e per niente politico. – aggiunge poi parlando di un suo possibile ingresso in politica – Ho spesso avuto un ruolo tecnico, aiutando la Regione Friuli, quando ho lavorato a Udine per 8 anni, e ora in Liguria, nella task force Covid. Sono contento del mio lavoro in ospedale e all’Università. E non farei mai l’assessore regionale, che ha anche ruolo politico, però accetterei un incarico tecnico presso il ministero della Sanità, per il Paese”.

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