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Salvini cambia rotta: “Sono un moderato”

Matteo Salvini pronto alla svolta moderata. È quanto racconta il quotidiano Il Foglio, secondo cui il leader della Lega starebbe preparando un cambio di strategia per cercare di tenere unita la Lega. Salvini si sarebbe definito un “moderato”. E avrebbe anche rivendicato la scelta di nominare ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, descritto come il più draghiano dei suoi colonnelli. Una svolta tattica, dettata forse dalla disperazione di vedere un partito atomizzato sul green pass, che Salvini potrebbe pagare caro dopo il voto delle amministrative. Potrebbero essere proprio i suoi, infatti, a chiedergli il conto.

“Non c’è nulla di male a parlare di ristrutturazione. Ma sono io che ho portato la Lega oltre il 30%”. Così Matteo Salvini si sarebbe sfogato con i suoi dopo le tribolazioni dovute ai decreti sul green pass. Ma non è tutto, perché il leader del Carroccio, sempre secondo quanto riporta Il Foglio, si sarebbe spinto ancora più in là. “Io sono un moderato. Giancarlo Giorgetti al governo ce l’ho messo io”, avrebbe rivendicato con orgoglio.

Il leader della Lega Matteo Salvini durante il convegno in occasione dei 20 anni dall’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, Roma, 10 settembre 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

E poi, ancora, “dobbiamo cambiare agenda e linguaggio. Non parliamo più di green pass ma di responsabilità”. Insomma, Matteo Salvini sembra quasi un altro rispetto al leader salito sulle barricate fino a pochi giorni fa per dire no all’estensione dell’uso del green pass. Un cambio di rotta a 360° dovuto soprattutto, come già accennato, alla fronda interna proprio sul lasciapassare verde. Da una parte il già citato Giorgetti insieme ai governatori del Nord come Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e Attilio Fontana. Tutti favorevoli al green pass come “strumento di libertà” e non di oppressione dei cittadini.

Dall’altra, la pattuglia degli scettici. Il caso di Francesca Donato ha fatto scuola. L’europarlamentare è stata costretta a lasciare il partito a causa delle sue posizioni ritenute troppo estreme e vicine alle ragioni dei no-vax. Ma anche i parlamentari ribelli come Claudio Borghi e Alberto Bagnai sono stati caldamente invitati al silenzio. Una bella gatta da pelare per Salvini insomma.

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