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Mattia Feltri a Laura Boldrini: “Ecco perché non ho pubblicato il tuo pezzo contro mio padre”

È scoppiato un caso giornalistico dopo che l’ex presidente della camera, Laura Boldrini, ha “confessato” a TPI che Mattia Feltri, direttore dell’HuffingtonPost e figlio del vulcanico Vittorio, ha rifiutato di pubblicarle un pezzo perché criticava il padre-direttore-di-Libero. Mattia Feltri, a sua volta, ha voluto dire la sua: “Laura Boldrini scritto cose sgradevoli su mio padre. In 20 anni di carriera non ho mai scritto di Vittorio Feltri e non ne parlo in pubblico, questa è la mia regola. Lei si è rifiutata di togliere quelle considerazioni su mio padre e contemporaneamente mi ha detto che se non avessi pubblicato quell’articolo avrebbe reso pubbliche le ragioni della mia scelta”.

Mattia Feltri spiega ancora: “Io l’ho vista come una minaccia. L’onorevole Boldrini è una parlamentare, può scrivere di quello che vuole, ovunque, per questo è scorretto parlare di censura. È nella mia facoltà di direttore decidere cosa pubblicare e cosa no, Laura Boldrini è ospite del mio giornale e non parlare su HuffPost di mio padre mi sembrava un atto di minimo buongusto. Fin qui possono essere normali dialettiche tra giornalismo e politica, ma la posizione del presidente dell’Ordine dei giornalisti Verna è invece stata di una gravità incalcolabile”, accusa Feltri.

Poi rincara la dose: “Come presidente dell’Ordine dei giornalisti e non dei parlamentari ha urlato alla censura senza neanche fare un’istruttoria. Se c’è un direttore che pratica la censura allora bisogna trarne le conseguenze, e io sono pronto ad affrontarle. Se si pensa che io abbia censurato l’on. Boldrini allora vado a casa. Altrimenti, Verna va affrontato per quello che è”.

E su Dagospia, Massimiliano Parente interviene a difesa di Feltri-figlio: “Laura Boldrini poteva rispondere a Vittorio Feltri su Libero. Invece sceglie il quotidiano del figlio, insultando il padre e minacciando il figlio che, se non lo pubblicherà, griderà alla censura. Già che c’era ha gridato pure al sessismo”.

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