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Piersilvio, bruttissima notizia: sta crollando tutto

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Rete 4, storicamente riconosciuta come la rete Mediaset dedicata al talk politico e al dibattito serale, sta attraversando una fase critica. Gli ascolti degli ultimi mesi mostrano un calo significativo, con una serie di programmi che faticano a mantenere il proprio pubblico e un modello editoriale che sembra aver perso parte della sua efficacia tradizionale.

Un palinsesto in difficoltà

Il quadro degli ascolti è chiaro: i programmi di punta della settimana registrano una flessione costante. Nicola Porro con Quarta Repubblica non riesce a mantenere il pubblico del lunedì, così come Bianca Berlinguer con È sempre Cartabianca fatica il martedì. Il mercoledì il nuovo conduttore Tommaso Labate non ha ancora convinto, mentre il giovedì Paolo Del Debbio con Dritto e rovescio mostra segni di calo. Anche la domenica, tradizionalmente affidata a Mario Giordano con Fuori dal coro, registra una diminuzione di ascolti.

L’unico programma che mantiene una certa stabilità è Quarto Grado di Gianluigi Nuzzi, che si distingue per non affrontare tematiche politiche e per un approccio più investigativo.

Studio di un talk show su Rete 4

Il ruolo della politica nel calo di ascolti

Il cuore storico di Rete 4, rappresentato dal dibattito politico acceso e spesso polarizzante, sembra oggi aver perso la sua forza attrattiva. La stabilità del governo Meloni e la debolezza delle opposizioni hanno ridotto la tensione e la conflittualità, elementi che tradizionalmente alimentavano l’interesse del pubblico.

Con Fratelli d’Italia in posizione dominante nei sondaggi e un fronte avversario frammentato, i talk show del canale non riescono più a rappresentare una tribuna alternativa efficace, venendo meno il contraddittorio che per anni ha caratterizzato la rete.

Programmi in cerca di nuove identità

Tra i conduttori, Paolo Del Debbio appare quello maggiormente in difficoltà, con un Dritto e rovescio meno incisivo e una trattazione degli eventi internazionali meno energica. Anche Mario Giordano ha modificato il proprio stile, orientandosi verso inchieste più serie ma perdendo parte della riconoscibilità che lo aveva contraddistinto.

Nicola Porro mantiene un approccio più giornalistico e meno militante, ma fatica a competere con programmi concorrenti come Lo Stato delle Cose di Massimo Giletti su Rai 3, che riesce a creare eventi anche con temi meno popolari.

Conduttori di talk show su Rete 4

Il tentativo di rinnovamento con Berlinguer e Labate

L’arrivo di Bianca Berlinguer e Tommaso Labate avrebbe dovuto rappresentare un cambio di passo verso una maggiore pluralità, ma l’esperimento non ha raggiunto gli obiettivi sperati. Il pubblico tradizionalmente legato a Rai 3 non ha seguito Berlinguer su Rete 4, mentre il pubblico abituale della rete fatica a identificarsi nel nuovo linguaggio.

Tommaso Labate si trova in una posizione di equilibrio precario, percepito come troppo centrista per la destra e troppo legato a Mediaset per la sinistra, senza riuscire a conquistare una solida audience.

Fattori esterni e la concorrenza interna

Un altro elemento che influisce sugli ascolti di Rete 4 è il successo di Canale 5 in access prime time, con Gerry Scotti e La Ruota della Fortuna che raggiungono numeri record, sottraendo spettatori alla prima serata delle reti secondarie. Questo fenomeno ha portato Rete 4 a sperimentare nuove formule e anticipazioni, senza però ottenere risultati soddisfacenti.

La crisi del format talk show appare dunque anche legata a un cambiamento più ampio nel consumo dell’informazione, sempre più orientata verso i social e l’immediatezza.

Prospettive future per Rete 4

Il modello di retequattrismo, inteso come racconto politico identitario attraverso talk show polarizzanti, sembra aver perso efficacia. Per rilanciarsi, Rete 4 dovrà probabilmente ripensare il proprio linguaggio e contenuti, orientandosi verso un giornalismo d’inchiesta meno legato agli schieramenti politici e più capace di innovare.

In assenza di un cambiamento, la rete rischia di rimanere ancorata a un passato che non risponde più alle esigenze del pubblico contemporaneo.

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