Ormai è scontro aperto tra Italia e Francia sui migranti. Un confronto talmente duro da portare quasi alla rottura delle relazioni diplomatiche tra due Paesi che si considerano come cugini. Ad accendere la miccia è stato il rifiuto del governo Meloni di assegnare un porto sicuro alla nave Ong Ocean Viking per far sbarcare i 234 migranti che ha a bordo. La Francia si è offerta di farlo, ma subito dopo è partita l’offensiva del presidente Emmanuel Macron e dei suoi collaboratori contro Giorgia Meloni. I francesi, in pratica, hanno deciso di chiudere le frontiere con l’Italia e di avviare controlli come se Schengen non esistesse.
“Il ministro dell’Interno lo ha ricordato ieri, noi chiudiamo le nostre frontiere interne con l’Italia, quindi ci saranno dei controlli molto più severi, il che significa che si può andare in Spagna normalmente ma per l’Italia servono passaporti, controlli seri”. Sono queste le durissime dichiarazioni rilasciate dalla sottosegretaria francese agli Affari europei, Laurence Boone, intervistata su France Info sul caso della Ocean Viking.
Secondo Boone, che difende l’operato del ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, da parte del governo italiano “c’è stata una rottura della fiducia, perché c’è stata una decisione unilaterale che mette in pericolo vite umane”. Insomma, secondo l’esponente politica transalpina, “i trattati si applicano oltre la vita di un governo”.
“Dal momento che abbiamo deciso di fare attraccare l’imbarcazione in Francia ci siamo rivolti ai nostri partner europei, firmatari del Meccanismo europeo di solidarietà definito per evitare questo genere di situazioni. – spiega ancora Laurence Boone – C’è stata una rottura di questo meccanismo, la barca avrebbe dovuto attraccare al porto più vicino e dopo tutti i controlli, sarebbe scattato questo sistema di ricollocazione appena inaugurato”, conclude puntando ancora il dito contro l’Italia.
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