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Migranti, Ursula risponde a Giorgia: “L’Italia faccia il suo”

Sulla questione dei migranti l’Italia deve fare il suo lavoro, perché l’Unione europea c’è: è questo il succo della risposta di Ursula von der Leyen alla missiva che le aveva inviato Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio aveva chiesto un maggiore coordinamento sulla questione migratoria, che non si fermi alla gestione degli arrivi. Da Bruxelles arrivano segnali di apertura, ma anche di freddezza. Soprattutto nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
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Botta e risposta sulla questione migranti tra Meloni e von der Leyen
Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen piuttosto distanti

Ursula risponde a Giorgia: “L’Ue pronta sui migranti, l’Italia faccia il suo lavoro”

Giorgia Meloni, già troppi giorni dopo Cutro, aveva scritto alla presidente della Commissione europea di stringere i rapporti per una maggiore coordinazione. L’immediata risposta di von der Leyen arriva tramite una nota ufficiale dell’istituzione europea. “Come lei giustamente sottolinea, mentre noi lavoriamo per raggiungere un accordo su un quadro legislativo comune, l’Ue può agire. Per questo motivo ho definito misure operative immediate, alla luce dell’ultimo Consiglio europeo. Mi sento incoraggiata dalla reazione e, in particolare, dall’impegno mostrato dall’Italia a lavorare a stretto contatto”.

La seconda parte della nota inviata da Ursula von der Leyen all’Italia vira su proposte operative. “Avanzare sul nuovo patto sulla migrazione e l’asilo è essenziale se vogliamo interrompere il ciclo di soluzioni frammentarie, che non portano progressi sufficienti. Al centro dell’approccio proposto dalla Commissione europea c’è la gestione delle migrazioni agendo sui diversi filoni delle nostre politiche, in modo olistico: aiutare chi ha bisogno di protezione internazionale, prevenire le partenze irregolari, combattere le reti di trafficanti criminali, offrire percorsi per una migrazione sicura e legale e rimpatriare coloro che non hanno diritto di soggiornare” sul territorio Ue.

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