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Porte girevoli nei ministeri: chi se ne va e chi subentra. Ecco il totoministri

Tutti i posti di prestigio adesso sono di nuovo in discussione. Con le dimissioni di Conte e i dubbi su chi prenderà il suo posto o se sarà di nuovo lui il premier, inizia il ballo del totonomi nei ministeri. Con qualche certezza. Il Pd chiede un governo “stabile”, ovvero non sorretto solo da una pattuglia di responsabili, il presidente del Consiglio Conte ritiene che possa bastare la “quarta gamba” per formare un nuovo governo ma non chiude più la porta a Renzi e si affida al Capo dello Stato Mattarella. I ministri del Conte 2 finiscono quindi sulla graticola. Come ricostruisce Emilio Pucci su Il Messaggero, “il Pd, il Movimento 5 stelle e Leu si sono schierati al fianco del premier ma ora attendono di capire quali carte ha in mano. Qualora andasse in porto l’operazione del Conte ter il presidente del Consiglio potrebbe accontentare il gruppo dei volenterosi, affidando ai costruttori due ministeri e qualche poltrona di sottosegretario”.

Il Pd potrebbe spuntarla entrando nella sede del governo con un ruolo di vicepremier per Orlando e magari piazzando i capigruppo di Camera e Senato, Delrio e Marcucci in due dicasteri chiave. “Il problema sarebbe soprattutto nel Movimento 5 stelle. I ministri pentastellati ieri si sono riuniti, hanno ribadito il proprio appoggio a Conte ma c’è il timore nella delegazione che ora i dem alzeranno il tiro, che chiederanno un ridimensionamento della compagine M5s al governo. È una partita ancora tutta da giocare. Perché nel momento in cui si aprisse il vaso di Pandora cambierebbero gli equilibri interni al Movimento. Uscirebbero le ministre Pisano e Catalfo, entrerebbero Castelli e Ruocco”.

C’è chi poi non esclude che possano essere sacrificati anche pedine importanti come il ministro Bonafede o il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Fraccaro. “Mentre per quanto riguarda Leu verrebbe confermato il responsabile della Salute, Speranza. Ma il puzzle è tutto da comporre. Renzi ieri pomeriggio mandava segnali che portavano ad un esecutivo guidato da Franceschini e Guerini e sorretto da una maggioranza Ursula. Riunirà i parlamentari questa sera o domani mattina ma per ora non ha intenzione di consegnare a Conte una delega in bianco. Qualora, invece, chiudesse l’intesa con Conte allora potrebbero tornare in gioco alcuni big renziani per caselle chiave come il ministero dell’Interno (in pole ci sarebbe Rosato) e il dicastero del Lavoro (Boschi)”.

Se si arrivasse ad un Conte ter non traslocherebbero Guerini dalla Difesa, né Di Maio dalla Farnesina. “Se Orlando non ricoprisse il ruolo di vicepremier potrebbe avere la delega sul Recovery. In un nuovo governo potrebbe avere spazio anche la dem D’Elia. E i costruttori? È soprattutto il Maie ad essersi attivato per far arrivare un ampio soccorso a Conte, potrebbero per questo motivo essere premiati l’ex M5s De Bonis e il socialista Nencini. Ma a puntare su un ministero è anche la senatrice Lonardo. Tante richieste per poche poltrone”.

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