Una carriera lunghissima, quella di Ennio Morricone, e costellata di pietre miliari, di successi che hanno contribuito a rendere grande il nome del nostro Paese fuori dai confini. Ammirato, invidiato, corteggiato da registi di fama internazionale. E ora tristemente rimpianto, come è destino comune dei geni. Tra i tanti, tantissimi ricordi legati al Maestro ce n’è però uno, non troppo distante nel tempo, mai come oggi di strettissima attualità. 
“Come sono riuscito a mettere insieme due brani così diversi? Con qualche compromesso nell’armonizzazione e alcune licenze musicali. Che però non si sentono, anzi i brani restano del tutto riconoscibili. Quando l’orchestra suonerà Fratelli d’Italia, che nella mia versione rinuncia al tempo di marcetta per diventare più pensoso e riflessivo, il coro canterà il Va’ pensiero; viceversa, quando l’orchestra suonerà Verdi allora il coro intonerà Mameli”. Celebre la spiegazione dietro il motivo di quella scelta.Le 1000 e 1 giravolta di Renzi: dopo le critiche, ora è scoppiato l’amore per Conte