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Morto a 28 anni per Nitazeni, primo caso in Italia. Massima allerta

Forze dell'ordine indagano su un caso di overdose da Nitazeni in Italia

Un giovane di 28 anni è deceduto a Brunico, in provincia di Bolzano, a causa di un’overdose da Nitazeni, segnando il primo caso ufficialmente riconosciuto in Italia legato a questa pericolosa categoria di oppioidi sintetici. La notizia, resa pubblica dopo mesi di indagini, evidenzia una nuova emergenza sanitaria e sociale nel Paese.

Le autorità hanno arrestato un uomo ritenuto responsabile della cessione della sostanza letale, mentre la Procura di Bolzano mantiene riserbo sulle ulteriori fasi dell’inchiesta.

Cosa sono i Nitazeni e i rischi associati

I Nitazeni rappresentano una nuova generazione di oppioidi sintetici, stimati fino a 20 volte più potenti del fentanyl. Anche dosi infinitesimali possono provocare gravi effetti sul sistema nervoso e cardiovascolare. In Europa, paesi come Germania e Regno Unito hanno già registrato numerosi decessi correlati a queste sostanze. Le analisi tossicologiche effettuate dal Ris di Roma sul caso di Brunico hanno evidenziato la presenza di n-pirrolidin-protonitazepina (protonitazepina), una delle molecole più tossiche della categoria, in grado di alterare l’attività elettrica del cuore e indurre aritmie fatali.

Indagini e traffico internazionale

Le indagini coordinate dalla Procura di Bolzano e condotte dai Carabinieri hanno scoperto un meccanismo di traffico transnazionale di Nitazeni. Sono stati sequestrati numerosi pacchi postali contenenti la sostanza, provenienti in particolare da Grecia e Polonia, paesi noti per la produzione di oppioidi sintetici. Attraverso sofisticati strumenti di tracciamento e analisi informatica, è stato possibile ricostruire la catena di distribuzione, che spesso avveniva tramite piattaforme online e criptovalute, complicando l’identificazione dei responsabili.

Arresti e sviluppi giudiziari

Il 13 ottobre 2024 è stato arrestato un 29enne destinatario di diverse spedizioni di Nitazeni, accusato di morte come conseguenza di altro reato. Durante le perquisizioni, sono stati trovati anche altri oppioidi come ossicodone e fentanyl, oltre a frammenti di alluminio con tracce di protonitazepina nei pressi del corpo della vittima. Un secondo arresto ha coinvolto un uomo di 27 anni trovato in possesso di mezzo chilo di hashish, confermando l’esistenza di una rete di spaccio ben organizzata e diversificata sul territorio.

Indagini e arresti per traffico di oppioidi sintetici in Italia

Allerta delle autorità sanitarie e di sicurezza

Il Ministero della Salute ha elevato il livello di allerta, mentre il Dipartimento per le Politiche Antidroga ha avviato un monitoraggio nazionale per individuare ulteriori casi sospetti. L’obiettivo è inserire rapidamente i Nitazeni tra le sostanze vietate e soggette a controllo per limitarne la diffusione. Le autorità raccomandano la massima cautela, soprattutto tra i giovani, poiché il rischio di overdose è elevato anche con quantità minime. La difficoltà di identificazione dei Nitazeni, spesso venduti online come “ricerche chimiche” o sostituti legali di altre droghe, aumenta il pericolo.

Prevenzione e informazione come strumenti essenziali

La tragedia di Brunico ha messo in luce la necessità di campagne informative mirate, rivolte in particolare a studenti e famiglie, per sensibilizzare sugli effetti nocivi degli oppioidi sintetici. Le istituzioni europee stanno già collaborando per condividere dati e strategie comuni al fine di contrastare efficacemente il traffico e l’uso di queste sostanze pericolose.

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