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Morto sotto le macerie della Torre dei Conti: chi era Octav, l’operaio rimasto sepolto per undici ore

Cantiere Torre dei Conti con macerie e soccorritori

Un tragico incidente ha colpito Roma nel cuore della città, tra i Fori Imperiali e il Colosseo, dove un crollo durante lavori di ristrutturazione alla Torre dei Conti ha causato la morte di un operaio. La vicenda, segnata da un’attesa estenuante di undici ore sotto le macerie, ha messo in luce la fragilità delle condizioni di sicurezza nei cantieri e il dramma umano dietro questa tragedia.

Il contesto dell’incidente e l’intervento dei soccorsi

La mattina dell’incidente, quattro operai erano impegnati in un progetto di restauro nel centro storico di Roma. Tre di loro sono stati estratti illesi, ma Octav Stroici, di 66 anni, è rimasto intrappolato sotto le pietre e i detriti. Per undici ore i vigili del fuoco hanno condotto operazioni di soccorso complesse e delicate, fino al recupero alle 22:36.

Subito dopo l’estrazione, è stato avviato un massaggio cardiaco sul posto e il trasferimento urgente all’ospedale Umberto I. Nonostante gli sforzi, Octav non è riuscito a superare le ferite riportate, e la notizia della sua morte è stata confermata poco dopo.

Chi era Octav Stroici: dalla Romania a Monterotondo

Originario di Suceava, nel nord della Romania, Octav aveva costruito una nuova vita in Italia, stabilendosi a Monterotondo con la moglie. La sua esistenza era caratterizzata da un quotidiano fatto di lavoro e famiglia, mantenendo vivo il legame con le proprie radici. La sua presenza nei social racconta momenti semplici e felici, come una foto recente al mare insieme alla moglie.

La tragedia lo ha posto al centro dell’attenzione pubblica, trasformando la sua storia personale in un simbolo delle condizioni lavorative e dei rischi a cui sono esposti molti operai nel settore edile.

Reazioni istituzionali e supporto alla famiglia

La moglie di Octav è stata affiancata durante tutta la difficile attesa dall’ambasciatrice romena in Italia, Gabriella Dancau, e dal personale consolare, che hanno offerto assistenza e sostegno. Le testimonianze raccolte descrivono una donna in stato di forte apprensione, incapace di parlare ma determinata a rimanere vicina al luogo dell’incidente.

L’episodio ha sollevato nuove domande sulle normative di sicurezza nei cantieri e sull’efficacia delle misure preventive, richiamando l’attenzione delle autorità competenti a intervenire per evitare simili tragedie in futuro.

La città di Roma si trova ora a riflettere su questo doloroso evento, che segna non solo la perdita di una vita umana, ma anche la necessità di garantire condizioni di lavoro più sicure per tutti gli operai impegnati nella tutela del patrimonio storico e urbano.

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