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Nasce un nuovo partito cattolico, e c’è pure la benedizione del Vaticano

Nasce una nuova formazione politica di ispirazione cattolica e popolare. L’obiettivo è la costruzione di una organizzazione politica (presto sarà un vero e proprio partito) che rappresenti le istanze di credenti e non credenti che si riferiscono alla Costituzione e alla Dottrina sociale della Chiesa. Tra i promotori spiccano Politica Insieme, di cui fanno parte Stefano Zamagni – capo della Pontificia accademia delle scienze sociali, ossia una delle più alte cariche laiche del Vaticano – e Giancarlo Infante; Rete Bianca, di cui è portavoce Dante Monda; Costruire Insieme di cui fa parte l’ex senatore Udc Ivo Tarolli.

Il nome ancora non c’è, ma c’è un Manifesto che dice già molto di questa nuova realtà che si appresta a conquistare il consenso. Come scrivono i firmatari sul manifesto “le gravi difficoltà sociali, economiche e morali del nostro Paese, analoghe a quelle dei paesi del mondo occidentale, confermano quanto l’opzione riformista sia inadeguata”.

Si legge ancora: “Il nostro tempo è connotato da fenomeni di portata epocale quali quelli della nuova globalizzazione, della quarta rivoluzione industriale, dell’aumento sistemico delle diseguaglianze sociali, degli straordinari flussi migratori, delle questioni ambientali e climatiche, della caduta di valori etici, nelle sfere sia del privato sia del pubblico. Le passioni ideali della solidarietà e della tensione civica sono sostituite da egoismi sociali e dall’individualismo libertario. Non basta allora ‘ri-formare’, occorre piuttosto ‘tras-formare”.

Tra i punti, il lavoro – “per tutti, da considerare quale primo obiettivo politico; lo sviluppo equilibrato e sostenibile e la lotta al degrado ambientale sollevano condivise attese, ma al tempo stesso, costituiscono motivi di un intervento pubblico generoso” -, la famiglia – ” riconoscimento della Persona, della sua dignità in tutti gli stadi della vita, dal momento del concepimento fino alla sua conclusione naturale, e della famiglia che resta il primo insostituibile nucleo umano e sociale” – , il no al centralismo statalista.

Nello stesso Manifesto si parla di ritorno al sistema “sostanzialmente proporzionale”, il contrasto a sovranismi e populismi, definiti come “risposte alla paura, non ai problemi che, anzi, alla fine, per esperienza storica, degradano in conflitti armati”, la piena attuazione del Titolo V della Costituzione su autonomie locali, “scoraggiare l’aborto e favorire il diritto alla maternità e alla paternità”, “politiche che tutelino, in modo congiunto, la persona, la società, la natura, come proclama con vigore la Laudato Sì” ossia la seconda enciclica di Papa Francesco, e la libertà di educazione.

“Una particolare attenzione deve essere portata alla libertà di educazione e all’insegnamento scolastico assicurato dalle scuole paritarie, ovviamente garantiti nel quadro nazionale fissato in materia dallo Stato”. Nel Manifesto anche la lotta decisa a corruzione ed evasione e elusione fiscale fino a “costituzionalizzare il divieto di ricorso ad ogni tipo di condono”, la politica pro Europa con “il coraggio di avviare anche politiche comuni ed unitarie in materia fiscale e della difesa” e l’accoglienza dei migranti.

“L’Europa deve altresì farsi carico del macro fenomeno delle immigrazioni in maniera continua e strategica, anche riprendendo e rafforzando quelle politiche di cooperazione allo sviluppo nelle aree dei paesi emergenti abbandonate nei decenni scorsi. Non possono essere i singoli paesi europei, o gli scontri tra i paesi, a risolvere un problema tanto enorme”.

 

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