Vai al contenuto

Neonata uccisa da batterio killer: non fu colpa dei medici

Cinque giorni di agonia e poi la morte per colpa di un batterio killer. È terribile la sorte toccata a una neonata, venuta al mondo a fine settembre 2020 è morta all’ospedale Sant’Eugenio dopo cinque giorni di sofferenza.

I genitori, disperati, dopo la morte della piccola hanno sporto denuncia contro i medici, ma per i consulenti della Procura che da due anni seguono l’inchiesta sono arrivati alla conclusione che si sia trattato solo di una tragica fatalità. Non è, infatti, in ospedale che la madre ha contratto la corioamnionite, l’infiammazione delle membrane fetali e del liquido amniotico risultata fatale alla neonata, e i medici del Sant’Eugenio avrebbero fatto di tutto per salvare la bambina. Si va, dunque, verso l’archiviazione.

I fatti sono accaduti il 27 settembre 2020, quando una donna di 30 anni dà alla luce al San’Eugenio di Roma una bambina: parto regolare, nessuna complicanza. Tuttavia la piccola respira a fatica, viene trasferita in altro reparto. Poi la diagnosi, terribile: ha contratto un’infezione killer dalla madre, ed è in stato avanzato. I medici tentano in ogni modo di salvarla, ma il batterio killer la uccide tra le peggiori sofferenze in 5 giorni.

La famiglia, disperata, incolpa i medici di negligenza e sostiene che la donna abbia contratto l’infezione, trasmessa alla bambina, in ospedale. Ma per i consulenti della Procura non è così: è stata una terribile fatalità.