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“Non raccontare che gli asini volano”, Bersani contro Meloni: accuse gravi

Bersani Meloni strage Bologna

Alla Festa dell’Unità di Roma, Pier Luigi Bersani ha rievocato un capitolo drammatico della storia italiana. Durante un incontro moderato da Marco Damilano, l’ex leader del Partito Democratico ha commentato la recente sentenza della Cassazione che ha confermato l’ergastolo per Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale, per il suo ruolo nella strage di Bologna del 2 agosto 1980.

Una sentenza storica

Il giornalista Damilano ha sottolineato l’importanza della decisione della Suprema Corte, che non solo condanna Bellini, ma riconosce anche l’esistenza di una regia occulta dietro l’attentato. La strage, che ha causato la morte di 85 persone, è ora ufficialmente legata a una matrice fascista, con mandanti e finanziatori legati alla P2, tra cui Licio Gelli e Umberto Ortolani.

“Questa verità giudiziaria non lascia spazio alle ambiguità”, ha dichiarato Damilano, chiedendo a Bersani il significato di questa sentenza oggi.

Un ricordo indelebile

Visibilmente commosso, Bersani ha rievocato le ore successive alla strage. Da poco assessore ai servizi sociali, si precipitò alla stazione trovando una scena drammatica: ambulanze, autobus convertiti in mezzi di soccorso e bolognesi che, in silenzio, aiutavano i feriti. “Un’apocalisse senza disordine, possibile solo a Bologna.”

Bersani ha lodato il ruolo della città nella difesa della memoria e della giustizia. “Bologna ha resistito per decenni contro depistaggi e false piste, giungendo finalmente alla verità.”

Una verità inequivocabile

Bersani ha ribadito: “Quella strage è fascista. Gli esecutori erano neofascisti, i mandanti parte della P2 e complici dello Stato. La lapide alla stazione, contestata dalla destra, oggi trova conferma. Non ci sono mai stati dubbi per chi ha vissuto quei momenti.”

La sentenza rappresenta un punto di svolta anche politico. Bersani ha esortato il governo, e Giorgia Meloni in particolare, a riconoscere la verità: “Chiama le cose col loro nome: è stata una strage fascista. Il fascismo non è finito nel 1945, ha continuato ad agire e colpire il cuore della Repubblica.”

Un invito alla memoria

Bersani ha lanciato un appello alla presidente del Consiglio: “Inchinati davanti a quella lapide, che ricorda 85 morti, tra cui molti bambini, e oltre 220 feriti. Sarebbe un gesto di verità e rispetto per le vittime.”

Ha riconosciuto il lavoro dell’Associazione dei familiari delle vittime, che ha combattuto per la verità per oltre quattro decenni, sostenuta da Bologna e dall’Emilia-Romagna. “Un impegno tenace e controvento, che ha portato alla verità.”

Un giorno straordinario

Bersani ha concluso: “Oggi è una giornata straordinaria. Per la giustizia, la democrazia, per chi non ha mai smesso di cercare la verità. Lo Stato, dopo anni di silenzio, riconosce finalmente la natura fascista della strage.”

Le parole di Bersani risuonano in un clima politico ancora incerto, richiamando un impegno alla chiarezza, come dimostra la sentenza della Cassazione sulla strage di Bologna, che non può più essere nascosta dal silenzio.

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