Vai al contenuto

In arrivo nuove norme per le piattaforme commerciali in Ue: cosa cambia

La Commissione Europea ha proposto il 15 dicembre 2020 una riforma ambiziosa dello spazio digitale, una serie completa di nuove norme per tutti i servizi digitali, compresi i social media, i mercati online e altre piattaforme online che operano nell’Unione europea: la legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali. La proposta (cd. “Digital Service Act, DSA) fa parte, assieme alla proposta di regolamento sui mercati digitali (COM(2020)852), “Digital Market Act”, DMA), di un pacchetto legislativo volto a riformare il settore dei servizi digitali, come preannunciato dalla Commissione europea nella Comunicazione “Plasmare il futuro digitale dell’Europea” del febbraio 2020. Con tale Comunicazione l’Esecutivo europeo si è infatti impegnato ad aggiornare le norme orizzontali che definiscono le responsabilità e gli obblighi dei prestatori di servizi digitali, in particolare delle piattaforme online. Le nuove norme proteggeranno in modo più efficace i consumatori e i loro diritti fondamentali online e renderanno i mercati digitali più equi e più aperti per tutti. (Continua a leggere dopo la foto)

Un corpus normativo per tutto il mercato unico promuoverà l’innovazione, la crescita e la competitività e fornirà agli utenti servizi online nuovi, migliori e affidabili. Sosterrà inoltre l’espansione delle piattaforme più piccole, delle piccole e medie imprese e delle start-up, fornendo loro un facile accesso a clienti in tutto il mercato unico, riducendo nel contempo i costi di conformità. Le nuove norme vieteranno anche l’imposizione di condizioni inique da parte delle piattaforme online che fungono, o si prevede fungeranno, da controllori dell’accesso al mercato unico. Il panorama dei servizi digitali è oggi notevolmente diverso rispetto a quello di 20 anni fa, quando è stata adottata la direttiva sul commercio elettronico a direttiva 2000/31/CE. Gli intermediari online sono diventati attori di vitale importanza per la trasformazione digitale. Le piattaforme online, in particolare, hanno creato vantaggi significativi per i consumatori e per l’innovazione, hanno agevolato gli scambi transfrontalieri all’interno e all’esterno dell’Unione e hanno aperto nuove prospettive a un’ampia gamma di aziende e di operatori commerciali europei. (Continua a leggere dopo la foto)

Allo stesso tempo, possono essere utilizzate come mezzo per la diffusione di contenuti illegali o per la vendita online di beni o servizi illegali. Alcuni grandi operatori sono diventati spazi quasi pubblici per la condivisione di informazioni e per il commercio online e hanno assunto una natura sistemica, il che comporta rischi particolari per i diritti degli utenti, i flussi di informazioni e la partecipazione del pubblico. In virtù della legge sui servizi digitali, obblighi vincolanti a livello dell’UE si applicheranno a tutti i servizi digitali che collegano i consumatori a beni, servizi o contenuti e saranno previste nuove procedure per una più rapida rimozione dei contenuti illegali e una protezione globale dei diritti fondamentali degli utenti online. Il nuovo quadro riequilibrerà i diritti e le responsabilità degli utenti, delle piattaforme di intermediazione e delle autorità pubbliche e si baserà sui valori europei, compresi il rispetto dei diritti umani, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e lo Stato di diritto. (Continua a leggere dopo la foto)

La proposta integra il piano d’azione per la democrazia europea volto a rendere le democrazie più resilienti. Concretamente, la legge sui mercati digitali introdurrà una serie di nuovi obblighi armonizzati per i servizi digitali a livello dell’UE, attentamente calibrati in funzione delle dimensioni di tali servizi e del loro impatto, quali: norme per la rimozione di beni, servizi o contenuti illegali online; garanzie per gli utenti i cui contenuti sono stati erroneamente cancellati dalle piattaforme; nuovi obblighi per le piattaforme di grandi dimensioni di adottare misure basate sul rischio al fine di prevenire abusi dei loro sistemi; misure di trasparenza di ampia portata, anche per quanto riguarda la pubblicità online e gli algoritmi utilizzati per consigliare contenuti agli utenti; nuovi poteri per verificare il funzionamento delle piattaforme, anche agevolando l’accesso dei ricercatori a dati chiave delle piattaforme; nuove norme sulla tracciabilità degli utenti commerciali nei mercati online, per contribuire a rintracciare i venditori di beni o servizi illegali; un processo di cooperazione innovativo tra le autorità pubbliche per garantire un’applicazione efficace in tutto il mercato unico. (Continua a leggere dopo la foto)

Le piattaforme che raggiungono più del 10% della popolazione dell’UE (45 milioni di utenti) sono considerate di natura sistemica e sono soggette non solo a obblighi specifici di controllo dei propri rischi ma anche all’introduzione di una nuova struttura di sorveglianza. All’interno di questo nuovo quadro in materia di responsabilità si inserirà l’attività di un consiglio dei coordinatori nazionali dei servizi digitali, e la Commissione sarà dotata di poteri speciali per quanto riguarda la supervisione delle piattaforme molto grandi, anche con la possibilità di sanzionarle direttamente. La proposta ha già formato oggetto di valutazione da parte della ottava Commissione permanente al Senato. La legge sui mercati digitali affronta le conseguenze negative derivanti da determinati comportamenti delle piattaforme che hanno assunto il ruolo di controllori dell’accesso al mercato digitale. Si tratta di piattaforme che hanno un impatto significativo sul mercato interno, fungono da importante punto di accesso attraverso il quale gli utenti commerciali raggiungono i consumatori e godono, o potranno presumibilmente godere, di una posizione consolidata e duratura, che può conferire loro il potere di agire come legislatori privati e di costituire una strozzatura tra le aziende e i consumatori. Talvolta queste imprese hanno il controllo su interi ecosistemi di piattaforme e, qualora un controllore dell’accesso ponga in essere pratiche commerciali sleali, servizi preziosi e innovativi dei suoi utenti e concorrenti commerciali potrebbero non giungere al consumatore o il processo di accesso potrebbe essere rallentato. (Continua a leggere dopo la foto)

Questo si verifica ad esempio quando queste pratiche comportano l’uso sleale dei dati delle aziende attive su tali piattaforme o determinano situazioni in cui gli utenti sono vincolati a un determinato servizio e hanno poche possibilità di sceglierne un altro. La legge sui mercati digitali si basa sul regolamento sulle relazioni piattaforme/imprese, sui risultati dell’osservatorio dell’economia delle piattaforme online e sulla vasta esperienza maturata dalla Commissione in materia di mercati online tramite l’applicazione del diritto della concorrenza. In particolare stabilisce norme armonizzate definendo e vietando le pratiche sleali messe in atto dai controllori dell’accesso e prevedendo un meccanismo di applicazione basato su indagini di mercato. Lo stesso meccanismo garantirà l’aggiornamento degli obblighi stabiliti nel regolamento in funzione della realtà digitale in costante evoluzione. (Continua a leggere dopo la foto)

soldo-pagamenti

Concretamente, la legge sui mercati digitali: si applicherà solo ai principali fornitori dei servizi di piattaforme di base più inclini a ricorrere a pratiche sleali, come i motori di ricerca, i social network o i servizi di intermediazione online, che soddisfano i criteri legislativi oggettivi per essere designati come controllori dell’accesso; fisserà soglie quantitative come base per individuare controllori dell’accesso presunti. La Commissione avrà inoltre la facoltà di designare imprese che fungano da controllori dell’accesso, a seguito di un’indagine di mercato; vieterà una serie di pratiche chiaramente sleali, come impedire agli utenti di disinstallare software o applicazioni preinstallati; imporrà ai controllori dell’accesso di predisporre in modo proattivo determinate misure, ad esempio misure mirate che consentano al software di terzi di funzionare correttamente e di interoperare con i loro servizi; prevedrà sanzioni in caso di inadempienza, che potrebbero comprendere ammende fino al 10% del fatturato mondiale del controllore dell’accesso, al fine di garantire l’efficacia delle nuove norme. In caso di recidiva, queste sanzioni possono prevedere anche l’obbligo di adottare misure strutturali, fino all’eventuale cessione di determinate attività nei casi in cui non siano disponibili altre misure alternative altrettanto efficaci per garantire il rispetto delle norme; consentirà alla Commissione di svolgere indagini di mercato mirate per valutare se a tali norme debbano essere aggiunte nuove pratiche e nuovi servizi dei controllori dell’accesso al fine di garantire che le nuove norme relative ai controllori dell’accesso tengano il passo con la rapida evoluzione dei mercati digitali.

Il Parlamento europeo e gli Stati membri discuteranno le proposte della Commissione nell’ambito della procedura legislativa ordinaria. In caso di adozione, i testi definitivi saranno direttamente applicabili in tutta l’Unione europea.

di Nicola Iuvinale

Ti potrebbe interessare anche: “Lo vada a dire al virus!”. Bersani sbotta in diretta e dà una lezione alla populista Gardini