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Nuovo Codice appalti, la grave accusa al governo: “Aiutano la mafia”

Il governo Meloni approva il nuovo Codice degli appalti e scatta subito la polemica. Nella giornata di martedì 28 marzo il Consiglio dei ministri ha licenziato il provvedimento con cui si punta a tagliare i tempi della costruzione delle opere tra sei mesi e un anno. Inoltre, le gare saranno di fatto escluse per la grande maggioranza degli appalti pubblici, sostituite da affidamenti diretti che potranno raggiungere cifre molto elevate. Una svolta normativa che non piace affatto ad Alessandro Genovesi, segretario generale di Fillea Cgil, la categoria degli edili del sindacato guidato da Maurizio Landini. Durissima la sua critica al governo.
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nuovo Codice degli appalti
Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Il governo vara il nuovo Codice degli appalti

“Il primo aprile saremo in piazza con la Uil per chiedere modifiche al governo. – annuncia Alessandro Genovesi nel corso di un’intervista a Repubblica – Se non arriveranno risposte, dal primo luglio, quando il nuovo Codice degli appalti entrerà in vigore, siamo pronti ad avviare una stagione di vertenze sindacali e legali a partire dalle responsabilità delle stazioni appaltanti: Comuni, Regioni, Anas, Ferrovie. Qui siamo passati dal fare presto e bene, a spendere a prescindere e non per forza bene”.

Dunque, il nuovo Codice degli appalti non piace affatto a Genovesi perché, attacca, “questo governo con la mano sinistra mantiene, sulla carta, le tutele conquistate negli anni: la parità economica di trattamento e stesso contratto per lavoratori in appalto e subappalto, il Durc di congruità, il rispetto del contratto nazionale degli edili. Ma con la mano destra di fatto le toglie, allungando senza limiti il subappalto e aumentando il rischio di infiltrazioni”.

Secondo il sindacalista, “il mercato sarà meno trasparente con l’assegnazione diretta o a inviti degli Appalti fino a 5.382.000 euro: si tratta del 70-80% degli appalti di questi anni che saranno assegnati senza bando di gara. La deroga del periodo Covid di fatto diventa la nuova regola. Ma questo significa una cosa sola: tornare alle liste fiduciarie di Tangentopoli. Avere più cartelli, meno concorrenza, più corruzione”. Infine, arriva la stoccata contro Matteo Salvini: “Vorrei capire come sarà possibile far rispettare il piano sicurezza in un cantiere con sette capi cantiere diversi e lavoratori che neanche si conoscono. Vorrei capire come si limitano le infiltrazioni mafiose. Come si evita il dumping. Come si impedisce il riciclaggio”. Una sorta di pietra tombale sul nuovo Codice degli appalti.
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