Vai al contenuto

Obsolescenza programmata, stop dell’Ue agli elettrodomestici usa-e-getta: “Devono essere riparabili”

Almeno una volta nella vita è successo a tutti: quando in casa si rompe un elettrodomestico o a un dispositivo elettronico che mostra i primi segni del tempo, l’unica soluzione possibile è quella di comprarne uno nuovo, perché i pezzi di ricambio non sono più in commercio, o hanno un costo spropositato rispetto al valore dell’oggetto. Eppure ripensando al secolo scorso, negli anni ’60 e ’70 quando si comperava un elettrodomestico si aveva la quasi certezza che sarebbe durato nel tempo. Oggi invece siamo nel 2000, secolo in cui se da un lato la tecnologia è in costate evoluzione, dall’altro le aziende usano strategie di mercato per aumentare le vendite al costo di sacrificare la qualità del prodotto. Questa tecnica si chiama obsolescenza programmata, e ne sono colpiti quasi tutti gli elettrodomestici e dispositivi elettronici che troviamo in commercio al giorno d’oggi.

La revisione della direttiva Ecodesign
Ora però L’Unione Europea sta preparando un pacchetto di misure che metterà un freno all’obsolescenza di frigoriferi, televisori, lavastoviglie e lavatrici. Il cosiddetto “pacchetto Ecodesign” è già pronto e al vaglio di Parlamento e Consiglio. Se le due istituzioni non porranno veti la Commissione Europea lo potrà adottare già nelle prossime settimane, comunque entro la fine di febbraio. Tra le novità più importanti c’è l’obbligo per i produttori di garantire per almeno 7 anni la disponibilità delle parti di ricambio di lavastoviglie, frigoriferi, lampadina e schermi elettronici sopra i 100 centimetri quadrati; tale periodo sale a 10 anni per le lavatrici.
I Motivi della revisione
I rifiuti elettronici (i RAEE) sono in costante aumento. Tale normativa sarà un efficace modo per combattere tale incremento è allungare la vita dei dispositivi lottando contro l’obsolescenza programmata che rende vecchio un elettrodomestico quando in realtà basterebbe sostituire un piccolo componente per permettere al dispositivo di continuare a funzionare. Risparmia l’utente e l’ambiente ringrazia. Al momento però la norma presenta ancora qualche limite. Per esempio,molte parti di ricambio sarebbero concesse unicamente ai centri di riparazione specializzati e con essi anche molti manuali; l’intervento fai da te, insomma, sarebbe ancora fortemente limitato, per non dire osteggiato.

 

Ti potrebbe interessare anche: Rifiuti hi-tech destinati ad aumentare del 17% entro il 2021