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Un barcone di migranti in Piazza San Pietro: la statua simbolica donata a Papa Francesco

Una statua in bronzo e argilla inaugurata da Papa Francesco a San Pietro dopo la messa celebrata in occasione della Giornata mondiale del rifugiato e del migrante. Centoquaranta persone di diversi luoghi ed epoche storiche: ci sono gli indigeni e gli ebrei perseguitati dalla Germania nazista, i siriani che scappano dalla guerra e gli africani che fuggono la fame. Sono loro i protagonisti. Da 400 anni non veniva prodotto un nuovo artefatto artistico per piazza San Pietro.

“Desidero salutare tutti voi che avete partecipato a questo momento di preghiera, con il quale abbiamo rinnovato l’attenzione della Chiesa per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento”, ha detto il Papa nell’Angelus finale.

“In unione con i fedeli di tutte le Diocesi del mondo abbiamo celebrato la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, per riaffermare la necessità che nessuno rimanga escluso dalla società, che sia un cittadino residente da molto tempo o un nuovo arrivato. Per sottolineare tale impegno – ha proseguito – tra poco inaugurerò la scultura che ha come tema queste parole della Lettera agli Ebrei: ‘Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli’ (13,2)”.

“Tale scultura, in bronzo e argilla, raffigura un gruppo di migranti di varie culture e diversi periodi storici. Ho voluto questa opera artistica qui in Piazza San Pietro – ha detto il Papa – affinché ricordi a tutti la sfida evangelica dell’accoglienza”. Le parole di San Paolo hanno un richiamo nel titolo dell’opera, “Angeli inconsapevoli”, e nella scultura stessa.

Dalla folla di migranti che cammina accalcata, infatti, spuntano due ali di angelo… Sotto i loro piedi, un’imbarcazione che richiama i naufragi di questi anni nel Mediterraneo e che rappresenta tutta l’umanità sulla stessa barca.

L’artista, presente in piazza San Pietro, è Timothy Schmalz, già autore dell’opera in bronzo “Gesù senza tetto”, che si trova in Vaticano, presso l’Elemosineria apostolica. I volti raffigurati sono presi da foto e immagini di persone realmente esistite.

 

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