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Papa Francesco prega per l’Italia: “Il popolo sia unito, non si abbatta per le difficoltà”

Papa Francesco ha aperto nell’Aula delle Benedizioni in Vaticano l’annuale udienza ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno e ricorda le preoccupazioni della Chiesa per le varie crisi politiche e umanitarie nel mondo, con una lunga riflessione sulle criticità aumentate dalla pandemia, crisi sanitarie, ambientali, economiche e sociali, politiche. Ha parlato a lungo del colpo di stato militare in Myanmar che, con l’arresto alcuni giorni fa di Aung San Suu Kyi, e di gran parte dei membri del suo governo, “ha bruscamente interrotto il cammino verso la democrazia intrapreso negli ultimi anni”. Auspica che i “leader politici” imprigionati “siano prontamente liberati, quale segno di incoraggiamento a un dialogo sincero per il bene del Paese”. Infine, rivolge un appello all’Italia perché non si abbatta ma sia unita.

Ha detto papa Francesco al nostro Paese: “Desidero rivolgere un particolare pensiero al popolo italiano – dice -, che per primo in Europa si è trovato a confrontarsi con le gravi conseguenze della pandemia, esortandolo a non lasciarsi abbattere dalle presenti difficoltà, ma a lavorare unito per costruire una società in cui nessuno sia scartato o dimenticato”. Per Francesco lo sviluppo di una coscienza democratica esige “che si superino i personalismi e prevalga il rispetto dello stato di diritto. Il diritto è infatti il presupposto indispensabile per l’esercizio di ogni potere e deve essere garantito dagli organi preposti indipendentemente dagli interessi politici dominanti”.

Come riporta Repubblica, l’udienza avviene nell’Aula delle Benedizioni per garantire il distanziamento fra i presenti. Il virus, dice il Papa, non conosce barriere né può essere facilmente isolato. Sconfiggerlo è perciò una responsabilità che chiama in causa ciascuno di noi personalmente, come pure i nostri Paesi. Il Papa riconosce lo sforzo per arrivare ai vaccini e a cure sicure contro il Covid-19. Ma chiede che “vadano a beneficio di tutta quanta l’umanità. Sarebbe fatale riporre la fiducia solo nel vaccino, quasi fosse una panacea che esime dal costante impegno del singolo per la salute propria e altrui. La pandemia ci ha mostrato che nessuno è un’isola, evocando la celebre espressione del poeta inglese John Donne, e che ‘la morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità'”.

Fra le varie criticità elencate il Papa parla della Siria dicendo: “Come vorrei che il 2021 fosse l’anno in cui si scrivesse finalmente la parola fine al conflitto siriano, iniziato ormai dieci anni fa!”. Invita poi la Comunità internazionale a sostenere e a facilitare il dialogo tra Palestinesi e Israeliani e si dice vicino alle vittime del terrorismo. Un pensiero alla crisi ambientale e a una rivoluzione economica. Infine, la preghiera per rinnovare l’impegno a tutela dei profughi.

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