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Paragone star dei social: l’esponente 5S è il re dei cinguettii italiani

Il personaggio del momento, almeno stando al giudizio difficilmente sindacabile dei social. Gianluigi Paragone, l’ex conduttore de La Gabbia finito ormai da tempo tra le fila del Movimento Cinque Stelle, è stato uno degli hashtag più utilizzati nei cinguettii degli utenti italiani: per la precisione, oltre 4.800 i tweet che contenevano la chiave di ricerca #ParagonePresidente. Un chiaro segnale di come le vicende legate alla commissione banche abbiano interessato non poco gli internauti nostrani.

Paragone è stato al centro di uno scontro a distanza con il presidente Mattarella, un duello che non ha ancora visto un vincitore definitivo. Il Colle, infatti, si è opposto alla volontà dei Cinque Stelle di piazzare il giornalista a capo dell’organismo. Una personalità non ritenuta adatta al ruolo, considerando i precedenti: al Quirinale ricordano bene l’uscita del libro Gang Bank, un attacco frontale al sistema finanziario internazionale che non risparmiava colpi a figure di spicco come Romano Prodi e Sergio Marchionne. Per il capo dello Stato, insomma, non un biglietto da visita troppo gradito.Una vicenda che ha appassionato molto gli italiani, comodamente seduti sul divano dei social a seguire la tenzone, facendo il tifo ognuno per il proprio beniamino. Paragone proprio in queste ore ha rilanciato con un video in cui attacca il titolare dell’economia Tria, altra figura scomoda ai Cinque Stelle con il quale la dialettica non è stata facile in questi mesi di vita dell’esecutivo gialloverde. Nello specifico, il focus del filmato è su Claudia Bugno, nominata consigliera del ministro e in passato coordinatrice generale per la candidatura di Roma alle Olimpiadi.

La Bugno, spiega Paragone, aveva piazzato nel suo staff Niccolò Ciapetti, figlio dell’attuale compagna di Tria e finito poi in una società il cui amministratore delegato, Chevallar, è il compagno della stessa Bugno. Un legame definito “sospetto” e che ha spinto il giornalista a chiedere ufficialmente spiegazioni ai diretti interessanti, uno “scambio di favori” che secondo l’esponente grillino non può essere ignorato da un Movimento che ha fatto della legalità e della trasparenza i propri cavalli di battaglia. Al momento, Tria non ha voluto rispondere direttamente.

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