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Partecipare al progetto Erasmus conviene! Più successo nella vita personale e professionale rispetto agli studenti che restano in Italia

Un giovane che decide di intraprendere un’esperienza di scambio culturale come l’Erasmus, non lo fa solo per apprendere e conoscere nuove lingue all’estero ma soprattutto per aumentare il successo nella vita personale e trovare lavoro più facilmente. La conferma arriva da un rapporto della Commissione Ue sul progetto Erasmus+. I partecipanti dello studio di impatto sul programma Erasmus+ per l’alta formazione hanno giudicato in prima persona il programma europeo di scambio per universitari come una valida “palestra” di vita prima ancora che di studio. E anche di lavoro, visto che quasi l’80% dei laureati in possesso di un’esperienza all’estero trova un posto entro tre mesi.

Secondo i dati riportati sul Sole24Ore, sono circa 2 milioni gli studenti e i dipendenti delle università che hanno partecipato ai progetti di scambio tra il 2014 e il 2018. Di questi il 72% attribuisce a Erasmus+ il merito di aver aumentato le possibilità di trovare un lavoro. E i numeri lievitano se l’analisi si basa sui dati del Sud Europa – e dunque anche all’Italia – salendo al 74%. Da qui un effetto-sprint sui tempi medi tra la laurea e la prima occupazione: meno di tre mesi nel 79% dei casi (più un altro 10% che ci impiega invece tra 3 e 6 mesi) contro il 75% che serve invece ai laureati che sono rimasti a studiare stabilmente in Italia. Tanti inoltre i benefici, gli ambiti di miglioramento grazie alle soft skills acquisite: da quelle digitali (che il 51% degli intervistati giudica progredite) e imprenditoriali (69%); dal problem solving (76%), dal pensiero critico (79%) e dalle lingue straniere (88%) e si arriva al terzetto in testa ai miglioramenti in generale ossia: nelle capacità relazionali, spirito di adattamento e conoscenza del paese ospitante, con numeri che arrivano al 91%.
La fetta di laureati impiegati in un Paese diverso da quello di origine poi aumenta di anno in anno: dal 26% del 2015 si è passati infatti al 28% del biennio 2016-2017. In definitiva, i risultati dimostrano che gli ex studenti Erasmus+ sono più soddisfatti del loro posto di lavoro rispetto a quelli che non si sono recati all’estero., e hnno altresì una carriera più internazionale e quasi il doppio delle probabilità di lavorare all’estero.

 

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