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Patrimoniale, arriva la proposta Pd-Leu. Di Maio: “Il M5S resta contrario”

Una patrimoniale per trovare risorse da mettere in campo per combattere la crisi. La proposta arriva da alcuni esponenti del Pd e Leu, che hanno presentato una proposta legata a un principio di redistribuzione del reddito, tassando i patrimoni dei più ricchi e detassando i meno abbienti. La richiesta è stata inserita in un emendamento alla manovra appena approdata alla Camera per il passaggio parlamentare.

 Oltre alla patrimoniale, sono spuntate le ipotesi di prorogare fino a dicembre 2023 i bonus al 110% per interventi di migliorie energetiche e sismiche degli immobili e l’ecobonus per l’acquisto delle auto. A firmare l’emendamento Nicola Fratoianni (Leu) e Matteo Orfini (Pd), che chiedono l’abolizione dell’Imu e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, per sostituirle con un’aliquota progressiva minima dello 0,2% “sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500mila euro”.

Complessivamente la tassa corrisponderebbe a un minimo di 1000 euro e sarebbe progressiva: crescerebbe cioè in proporzione al patrimonio, fino al 2% per chi ha oltre 50 milioni di euro. Secondo i primi calcoli permetterebbe di recuperare 18 miliardi di euro. Una scelta non condivisa però dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha ricordato come il M5s sia sempre stato contrario a qualsiasi ipotesi di patrimoniale. “Abbiamo già visto questo film nella crisi tra il 2007 e il 2008, quando a qualcuno venne in mente di aumentare le tasse – ha detto il ministro degli Esteri  –  per risolvere la crisi e abbiamo scoperto sulla pelle di tanti italiani e tante imprese italiane che andava fatto il contrario. Se qualcuno pensa che possiamo uscire dalla crisi economica generata dalla pandemia aumentando le tasse ci troverà dall’altra parte. Al contrario, è il momento di eliminare tante microtasse e fare una riforma del fisco”. 

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