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Pedofilia, i gesuiti: “Basta omertà”. Ecco il soccorso alla lotta di papa Francesco

A poche settimane dall’inizio del summit convocato da Francesco con diversi leader ecclesiali mondiali sulla pedofilia e la sua prevenzione, sono i gesuiti statunitensi a dare un segnale preciso nella lotta agli abusi che per convinzione dello stesso Francesco risulta essere ancora troppo deficitaria. Tutte le province americane della Compagnia, infatti, hanno da poco pubblicato un elenco con i nomi dei loro confratelli sui quali pendono accuse acclarate di abusi.

Si tratta di una svolta non da poco: da una Chiesa omertosa che tendeva a insabbiare e coprire a un’istituzione che trova la forza della trasparenza su accuse che, seppure non siano ancora arrivate a sentenza, restano comprovate. Ha scritto quarantott’ore fa padre John J. Cecero, capo della Provincia gesuitica del Nord-est degli Usa: “Da più di quindici anni abbiamo messo in campo buone pratiche”.

“Ma anche la migliore prassi non può cancellare il passato e l’elenco che rendo pubblico rivela veri e propri fallimenti, criminali e peccaminosi, accaduti nell’ambito della cura pastorale di minori a noi affidati”. La pubblicazione cade in un momento delicato per Roma. Francesco aprirà a breve il summit sulla pedofilia proprio perché la situazione non è risolta.

La tolleranza zero inaugurata da Benedetto XVI non porta ovunque ai frutti sperati. E anche a Roma, come dimostra il caso delle spoglie del cardinale Bernard Law tumulate in Santa Maria Maggiore nonostante la protesta delle vittime della diocesi di Boston, non tutti gradiscono che questa trasparenza arrivi fino alle decisioni prese negli States dai gesuiti.

Il Papa ha nominato ieri alla guida delle sessioni plenarie del summit anti pedofilia padre Federico Lombardi, ex direttore della sala stampa vaticana, che ha dovuto gestire la comunicazione della Santa Sede quando i primi casi di insabbiamenti uscirono nel 2010.

Lombardi è stimato anche nel mondo anglosassone, e la sua nomina è un segnale che dice di un incontro non formale, al quale anzitutto Francesco vuole dare una importanza strategica. Speriamo che anche in questo il papa argentino riesca a far fare alla Chiesa un grande passo in avanti.

 

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