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“Ecco gli aumenti”. Pensioni, ufficiale: comunicati i nuovi importi per ogni fascia. Come cambiano

Il sistema pensionistico italiano si prepara a una nuova fase di adeguamenti che interesserà gli assegni a partire dal 2026. La perequazione delle pensioni resta il tema centrale, soprattutto in un contesto di inflazione che continua a erodere il potere d’acquisto dei pensionati. L’attenzione è rivolta soprattutto ai redditi più bassi, con misure specifiche che mirano a garantire una maggiore tutela.

La base normativa di riferimento è il decreto interministeriale del 19 novembre 2025, che definisce la percentuale di variazione utile per il calcolo della perequazione. Il provvedimento fissa un incremento del +1,4% con decorrenza dal 1° gennaio 2026, lasciando aperta la possibilità di un conguaglio che sarà eventualmente applicato in sede di perequazione per l’anno successivo.

Pensioni aumento 2026

Pensioni 2026, gli incrementi dettagliati dall’Inps

L’Inps ha pubblicato una circolare che chiarisce gli effetti pratici del nuovo adeguamento. Il trattamento minimo di pensione salirà a 611,85 euro, valore che assume particolare importanza in quanto parametro per il riconoscimento delle prestazioni collegate al reddito nel 2026.

Per il 2025, l’istituto ricorda che la rivalutazione è stata dello 0,8% senza alcun conguaglio, distinguendo così gli effetti già in vigore da quelli che si applicheranno dal prossimo anno.

Pensioni aumento trattamento minimo

Il 2026 vedrà l’applicazione della misura più significativa: le pensioni pari o inferiori al trattamento minimo avranno un incremento aggiuntivo dell’1,3%, portando l’assegno mensile a 619,8 euro. Questa misura è pensata per rafforzare la tutela delle fasce di pensionati con redditi più bassi, oltre all’adeguamento ordinario previsto.

Sistema pensionistico italiano

L’Inps ha inoltre precisato le percentuali di recupero dell’inflazione per le varie fasce di pensione nel 2026. Le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo, cioè fino a 2.413,60 euro lordi, saranno rivalutate al 100% dell’inflazione, con un adeguamento dell’1,4%. Per quelle comprese tra quattro e cinque volte il minimo, tra 2.413,61 e 3.017,00 euro lordi, il recupero sarà del 90%, corrispondente a un aumento dell’1,26%. Infine, per importi superiori a 3.017,01 euro lordi, l’adeguamento sarà del 75% dell’inflazione, pari all’1,05%.

Il meccanismo delineato concentra quindi le risorse sulle pensioni più basse, pur assicurando un adeguamento generalizzato per tutte le fasce. Questo equilibrio rimarrà un punto di dibattito nei mesi a venire, in particolare per l’eventuale conguaglio e in relazione all’andamento reale dell’inflazione.

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