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Quota 100 ma senza esagerare: riforma per pochi, agli altri tocca la Fornero

Quota 100 sì, ma senza esagerare. La riforma delle pensioni andrà in scena in versione light, rispettando le premesse ma con degli effetti meno dirompenti. Stando alle stime pubblicate sulle pagine de La Repubblica, infatti, scende il numero di cittadini che sarà interessati dalla riforma: si tratta nel complesso di 350mila persone, di cui 160mila statali. 

Cala, dunque, il numero di cittadini italiani che potrà accedere alla pensione anticipata. Per chi non può aderire a quota 100 pensioni ci saranno le altre 5 opzioni pensionistiche già note: pensione di anzianità (67 anni con almeno 20 anni di contributi pensionistici), quota 42 (ossia 42 anni e 10 mesi di contributi, che il governo Lega M5S vorrebbe trasformare in quota 41 per tutti nel 2022), Ape Sociale (63 anni se disoccupato o con malati da accudire), Opzione Donna, precoci e usuranti (41 anni di contributi).
Quota 100 sarà riservata a chi ha 62 anni più 38 di contributi, con il quotista che non potrà cumulare pensione e lavoro (massimo 5mila euro di reddito extra all’anno). L’assegno pensionistico di quota 100 sarà ridotto di circa un terzo a causa dei minori contributi versati (ma su questi numeri bisognerà essere più precisi più avanti quando la riforma sarà definita).

Chi matura i requisiti a gennaio potrà accedervi ad aprile o luglio (dipendente privato o pubblico). Chi a gennaio a maggio o agosto e così via. La strategia delle finestre di quota 100, spiega Repubblica, sarà usata dal governo per abbassare la spesa.