Una morte orribile, quella di Simone Sinigaglia. Un dramma che ha commosso l’Italia intera, quello in quarantenne che, dopo aver perso il posto di lavoro nell’azienda in cui lavorava, ha deciso di farla finita. Per farlo, si è recato in un posto a lui caro, una zona dove andava a pescare per rilassarsi e dove si è tolto la vita. Operaio, dopo il licenziamento era caduto in un forte stato depressivo dal quale, purtroppo, non è più riuscito a rialzarsi.
All’inizio l’operaio, che si era rivolto a un sindacato per risolvere la controversia, si era mostrato fiducioso in un esito positivo della vicenda. Poi però, come una doccia fredda, era invece arrivato il licenziamento. Forse per vergogna o per aver fallito, o per la paura di non trovare un altro lavoro, Simone si così tolto la vita. Per farlo è andato in quel luogo dove amava pescare, e ha deciso di farla finita: sul posto è arrivata un’ambulanza del Suem insieme a una pattuglia di carabinieri, ma non c’era niente da fare, il cuore di Simone aveva già cessato di battere.
“La notizia della morte di Simone mi ha letteralmente sconvolto – ha commentato Sergio Polzato, segretario generale della Femca Cisl, che lo aveva aiutato nella questione – l’avevo conosciuto proprio a seguito di questa vertenza. In questo momento non posso che esprimere cordoglio e massima vicinanza alla famiglia”. I colleghi della Ivg Colbachini del turno pomeridiano, in segno di solidarietà, hanno lasciato la catena di produzione poco prima delle 20 e sono scesi strada.Costrette a vivere in macchina, mamma e figlia hanno ora una nuova casa