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Piazzapulita, Formigli provoca Renzi: “Russia nell’Opec? Chiama il tuo amico bin Salman”

Matteo Renzi è l’ospite principale dell’ultima puntata di Piazzapulita. Il leader di Italia Viva non ha neanche il tempo di collegarsi con lo studio di La7, che il conduttore Corrado Formigli comincia a metterlo sulla graticola con le sue domande. “Visto che è amico del principe saudita Mohammed bin Salman, lo chiami al telefono e gli dica di non fare entrare la Russia nell’Opec (i Paesi produttori di petrolio ndr)”, lo esorta Formigli. Ma Renzi non si scompone.

Matteo Renzi a Piazzapulita

“Le faccio una domanda un po’ malvagia delle mie. – Formigli incalza così il suo ospite – Lei obiettivamente è amico Mohammed bin Salman. Dovrebbe parlarci e dirgli che chiedere alla Russia di entrare nell’Opec, e quindi fare questo grande favore alla Russia, è un bel problema per noi. Visto che lei ha un rapporto privilegiato, alzi il telefono e glielo dica. Perché bin Salman prima non ha risposto a Biden quando gli ha chiesto una maggiore fornitura di petrolio. Adesso vuole fare entrare la Russia nell’Opec. Bell’amico che ha”.

“È chiaro che questa vicenda paradossalmente dà ai Paesi arabi una rinnovata centralità. – replica Renzi senza scomporsi – Questo significa che nelle prossime settimane Biden visiterà l’Arabia Saudita. Significa che sarà chiamata ad aumentare la produzione di greggio. Vedremo se lo farà. La produzione di petrolio lì è molto meno cara che in altre parti del mondo. Costa meno banalmente perché ne hanno di più degli altri”.

“Non a caso Saudi Aramco, che è l’azienda di Stato Saudita, è stata quotata in borsa ed è diventata qualche settimana fa, per effetto della guerra in Ucraina, l’azienda capitalizzata più di tutti al mondo. – spiega il leader di Iv – Anche di Apple. In sintesi estrema, i Paesi arabi stanno cambiando schema di gioco. Si stanno riparlando di nuovo Turchia e Paesi del Golfo. C’è una minaccia dell’Iran. Ma Biden dovrà chiarire qual è la posizione americana. In questo scenario molto complicato, il punto politico è dov’è l’Europa. L’Europa ha scelto di non giocare la partita diplomatica”, conclude.