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Il mea culpa di Polacchi: “Sono stato un cogl*** a definirmi fascista”

Una polemica che ha tenuto banco per giorni, quella legata al Salone di Torino e alla partecipazione della casa editrice Altaforte alla kermesse per presentare un libro-intervista dedicato a Matteo Salvini. Francesco Palocchi, il fondatore, è tornato sull’argomento attraverso le pagine de La Verità. Recitando, per la prima volta dall’inizio della vicenda, il mea culpa. “Nemmeno se mi avessero chiesto di scrivere un copione avrei potuto immaginare quel che è successo… Che ci negassero uno spazio, dopo aver firmato un regolare contratto. Farò causa? Quello è sicuro”.

Palocchi si è detto “preoccupato per l’odio che si è abbattuto su di noi. Dite che l’ho fatto per avere visibilità mediatica? Sono dovuto andare a recuperare i miei libri nel magazzino della polizia. Le sembra normale? 600 copie, non ne abbiamo potuta vendere nemmeno una! Il libro vende molto su Amazon, vero. Ma non avrei mai voluto che un libro intervista potesse diventare uno scandalo perché ha un editore vicino a Casapound”.Polacchi si è detto pentito di essersi dichiarato “fascista” durante un’intervista radiofonica a La Zanzara: “Sono stato un coglione. Ma non perché io mi debba pentire di quello che ho detto, quanto per la tempistica dell’ intervista a Cruciani e Parenzo, che ha offerto un’arma agli intolleranti. Però cambia poco. Hanno usato la Zanzara come un pretesto. Su quella intervista non dico più nulla. Sono indagato, e anche questo dovrebbe far riflettere, per un reato di opinione!”.Il padre di Polacchi era “comunista convinto”. La sua formazione inizia a sinistra, una t-shirt rossa con l’effige del Che, indossata durante una manifestazione di sinistra per legalizzare le droghe leggere. Col tempo, poi, ha “cambiato idea sulla cannabis ma non sul Che”. Poi la svolta a destra, scoprendo le canzoni di Francesco Mancinelli per poi passare agli Zetazeroalfa, il gruppo musicale di Iannone, da cui nasce Casapound”.

“La violenza? Non la stigmatizzo. Quando è successo, c’erano passioni. L’amicizia con Salvini? La cena del 2015 con lui a cena è stata l’ultima volta che l’ho visto. Ci siamo salutati e basta. Non ci siamo neanche visti prima della pubblicazione del libro. È stata Chiara Giannini, autrice dell’ intervista, a offrirci l’opportunità. Io l’ho sfruttata. Sul libro c’ è stata una richiesta da parte di un’altra casa editrice, credo la Rizzoli. Chissà cosa sarebbe accaduto…”.

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