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Polonia, il partito sovranista, xenofobo e euroscettico conquista la maggioranza assoluta

Dalla Polonia arriva una brutta notizia per l’Europa, in un momento assai delicato. Il partito sovranista al potere dal 2015, e alleato di Matteo Salvini, ha stravinto le elezioni. In base ai dati disponibili, al termine di una domenica che ha visto una partecipazione al voto ben più alta del solito e quasi ai livelli delle prime elezioni semilibere del 1989, i sovranisti guidati dal loro leader storico Jaroslaw Kaczynski (PiS, cioè Diritto e Giustizia) avrebbero conquistato circa il 43,6 per cento e quindi anche grazie al premio di maggioranza dovrebbero conservare la maggioranza assoluta.

Kaczynski in persona si è dichiarato vincitore. Supera il quorum anche un partito loro possibile alleato o supporter esterno, gli ultraconservatori della Coalizione nazionale al momento attestati al 6,4.

Coalizione civica, la più importante formazione d’opposizione (alleanza tra Piattaforma civica di Donald Tusk e i Moderni) è ben distanziata al 27,4 per cento. Troppo poco per sfidare o impensierire il PiS anche in caso di tentativo di accordo con il cartello delle sinistre che è al momento all’11,9 per cento. Si è votato per eleggere i 460 deputati del Sejm (Camera bassa) e i 100 componenti del Senato.

Kaczynski e i suoi hanno vinto dopo una efficacissima, martellante e dura campagna contro gli Lgbt, contro la Germania e l’integrazione politica rafforzata dell’Unione europea e infine ma non ultimo impegnandosi a un enorme aumento delle spese sociali e dei redditi minimi, che ha convinto i ceti poveri in modo determinante.

La vittoria del PiS nella quinta potenza europea e maggiore Paese orientale di Ue e Nato, costituisce un importante successo per tutti i partiti sovranisti nell’Unione, ma è un ulteriore campanello d’allarme per l’Europa intera. Jaroslaw Kaczynski conservando la sua maggioranza assoluta potrà continuare il suo corso conservatore, populista ed euroscettico.

Secondo la scrittrice Olga Tokarczuk, da poco insignita del Premio Nobel per la letteratura, è in gioco la democrazia nel Paese. Il Pis ha introdotto riforme che, anche secondo l’Unione europea, hanno messo a rischio lo stato di diritto in Polonia.

 

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