Un nodo ancora tutto da sciogliere, con le riunioni a susseguirsi una dietro l’altra in cerca di una soluzione. Il decreto Genova, innanzitutto. Ma anche il modo per estromettere Autostrade per l’Italia dalla ricostruzione del Ponte Morandi, drammaticamente crollato il 14 agosto scorso causando la morte di 43 persone. L’esecutivo è sta valutando il modo migliore per tenere del tutto fuori la società, che ancora oggi ha le concessioni per la gestione dei tratti autostradali. Una situazione però tutt’altro che facile e alla quale potrebbero far seguito ricorsi su ricorsi. Il ministro Danilo Toninelli ha spiegato a riguardo: “Autostrade dovrà pagare la ricostruzione del Ponte, ma non metterà una sola mattonella per la ricostruzione, perché a ricostruire non può essere chi ha la responsabilità di averlo fatto crollare”.
Il governo, che sfiderà l’Europa concedendo pieni poteri in deroga al commissario straordinario, non può cedere di un millimetro sul fatto che Autostrade non dovrà in alcun modo comparire nella ricostruzione del ponte, ma sta abbassando i toni per quanto riguarda la nazionalizzazione. Tanto che lo stesso Toninelli ha confermato che “nel decreto Genova non ci sarà la decadenza della convenzione di Autostrade”. La strada verso una soluzione soddisfacente, dopo settimane di promesse e dure prese di posizioni, è però ancora molto lunga e pare che Autostrade sia determinata a giocare fino in fondo le sue carte, che potrebbero essere proprio quelle di un ricorso.