Vai al contenuto

Ponte Morandi ostaggio… di una traduzione! L’incredibile scoperta dietro i ritardi nella ricostruzione

Un’indagine che continua ad allungarsi quasi all’infinito, con il rischio di influenzare a sua volta negativamente la ricostruzione di quel Ponte Morandi che aveva fatto piangere lacrime dolorose all’Italia, con il crollo a ridosso di Ferragosto 2018 costato la vita a 43 persone. Nelle scorse ore si è tenuto un summit ristretto del collegio dei vari periti nominati dalla Procura, dal tribunale e dai legali degli indagati, che dovevano limare i dettagli sull’incidente probatorio in corso in vista dell’ 8 febbraio, data dell’udienza in cui si dovrebbe discutere la prima perizia degli esperti scelti dal giudice, sullo stato del viadotto al momento del crollo.

Ma, rivela l’Huffington Post, un “imprevisto” sta rallentando le indagini: non è infatti stata neppure depositata la versione in italiano d’una relazione propedeutica al lavoro dei periti stessi, un dossier realizzato dai laboratori Empa di Zurigo, ai quali erano stati inviati 16 reperti per rilevare presenza e livello di corrosione. In senso figurato una sorta di esame del sangue su campioni specifici, da consegnare poi ai medici (i periti appunto) che formuleranno la diagnosi.Gli svizzeri hanno completato il lavoro ai primi di dicembre, inviando una relazione. E di certo, al momento, c’è solo che tracce di corrosione sono emerse, ma non è chiaro cosa significhino. Il problema è che l’ incartamento è in tedesco e sarebbe servito subito in italiano, per fornirlo alle parti affinché potessero radiografarlo al meglio non avendo gli inquisiti alcuna intenzione di accelerare. Ma dopo quasi 60 giorni la traduzione non c’è, non ci sarà entro l’8 e i riflessi sulle tappe della ricostruzione rischiano d’essere gravi.Le verifiche sulle macerie andranno infatti comparate con quelle sulla parte di viadotto rimasta in piedi. Ma mentre il segmento verso Savona è irrilevante sul piano investigativo, e non ci sono stati problemi a ottenere via libera per demolirlo, il tratto di levante è assai critico: include due torri di 90 metri da cui si dirama no i famigerati tiranti, insiste sulle case e prima d’essere distrutto va cristallizzato ogni dettaglio. Il rischio è che il prolungamento della fase preliminare faccia slittare anche l’abbattimento del moncone rimasto. Una notizia che, ovviamente, ha subito indignato gli utenti sui social.

Autostrade alla riscossa: dopo le accuse sul crollo del ponte Morandi, la replica velenosa al governo gialloverde