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“Potete dire addio a quella vera”. Carne coltivata in laboratorio, arriva la svolta storica: cosa cambia d’ora in poi

Scientist inspecting meat sample at laboratory

Si parla di svolta storica. E va bene. Ma che non si dica che sia una svolta in positivo. Sapevamo che quel momento sarebbe prima o poi arrivato, ed eccolo qua. Negli Stati Uniti è stata approvata per la prima volta la commercializzazione della carne coltivata in laboratorio. L’Europa sta alla finestra, pronta a fare lo stesso. Dopo averci imposto farina di grillolatte green e cibo fabbricato con stampanti in 3D, è la volta della carne coltivata in laboratorio. Adesso, questo tipo di “alimento” potrà essere liberamente acquistato nei supermercati o consumato al ristorante. Le autorità competenti lo hanno infatti ritenuto sicuro per il consumo umano. Per autorità, in questo caso, si intendono la Food And Drug Administration (FDA) – l’agenzia federale che si occupa di regolamentare farmaci, terapie e prodotti alimentari – e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). (Continua a leggere dopo la foto)

Il fatto che sia stata approvata la vendita della carne coltivata in laboratorio è stato ovviamente ammantato con la solita lista dei buoni principi, su tutti la salvaguardia degli animalo e poi, naturalmente, la lotta al cambiamento climatico. Che è la vera chiave di questo nostro tempo per rivoluzionare ogni nostra abitudine, tradizione, uso e costume. Anche quelli millenari. Per ora il via libera per la messa in vendita della carne coltivata in laboratorio sono solo due aziende: la Good Meat e la Upside Foods. Nello specifico, commercializzeranno carne di “pollo”. Ma come si ottengono questo tipo di prodotti? (Continua a leggere dopo la foto)

Come viene prodotta la carne coltivata in laboratorio per cui è stata approvata la vendita al pubblico

La carne coltivata in laboratorio, per cui è stata approvata la vendita, si ottiene a partire da campioni di cellule estratti da un animale e fatti moltiplicare in laboratorio all’interno di un apposito bioreattore o fermentatore. All’interno di questi bioreattori si fanno crescere e moltiplicare le cellule a temperatura e ossigenazione controllate, col supporto di un liquido nutritivo che favorisce il processo biologico. Gli strati di cellule vengono organizzati e stampati per ottenere hamburger, bocconcini e altri formati di carne, dal sapore e dalla consistenza “assimilabili” alle vera carne. Le cellule vengono nutrite con un mix di amminoacidi, carboidrati e micronutrienti.