Un caso che ha fatto e continua a far discutere, quello andato in scena a Pozzuoli. Con affiliati e boss di camorra tornati a casa dopo la detenzione e il clan a fare festa nel quartiere: un vero e proprio rito, accompagnato da balli, fuochi e musica, per capire chi è ancora amico e chi no. Una fidelizzazione del paese che aveva fatto inorridire l’Italia intera. 
 A raccontare l’accaduto era stato il Mattino, che aveva raccontato la festa di piazza a Pozzuoli, con tanto di fuochi d’artificio e cantanti neomelodici, per salutare il ritorno nel quartiere di due affiliati ai clan Longobardi e Beneduce scarcerati dopo una lunga prigionia.
A raccontare l’accaduto era stato il Mattino, che aveva raccontato la festa di piazza a Pozzuoli, con tanto di fuochi d’artificio e cantanti neomelodici, per salutare il ritorno nel quartiere di due affiliati ai clan Longobardi e Beneduce scarcerati dopo una lunga prigionia. “Concerti in piazza con dediche a detenuti e inni a miti della Camorra, fuochi d’artificio, per festeggiare la fine della detenzione di galeotti ritenuti organici ai clan di Camorra, con relativa occupazione di suolo pubblico, il tutto senza autorizzazione alcuna, questo avveniva a Pozzuoli pochi giorni fa: ce lo possiamo permettere senza battere ciglio? Lo Stato può ammettere che tutto avvenga senza rilascio di alcuna preventiva autorizzazione?” si chiede Morra.
“Concerti in piazza con dediche a detenuti e inni a miti della Camorra, fuochi d’artificio, per festeggiare la fine della detenzione di galeotti ritenuti organici ai clan di Camorra, con relativa occupazione di suolo pubblico, il tutto senza autorizzazione alcuna, questo avveniva a Pozzuoli pochi giorni fa: ce lo possiamo permettere senza battere ciglio? Lo Stato può ammettere che tutto avvenga senza rilascio di alcuna preventiva autorizzazione?” si chiede Morra.Monsignor Mogavero: “Dialogare con Salvini? Non credo ami il confronto”
