Tragedia in montagna sulla vetta del Corno Grande, il Gran Sasso, dove Fabio Racanella, istruttore alpinista di 52 anni di Orvieto, è caduto durante una discesa con gli sci da alpinismo lungo il canale Bissolati, a quota 2.700 metri. Nonostante l’intervento dei soccorsi del 118 in elicottero da Teramo, il medico a bordo non ha potuto fare altro che constatare il decesso dello sciatore alpinista.
La salma di Racanella è stata trasportata all’obitorio di Teramo per le eventualità di rito, mentre sull’incidente indaga la procura locale. La discesa di Racanella è stata definita dagli esperti un’ascesa azzardata a causa delle recenti abbondanti nevicate seguite alla pioggia e alle temperature tornate finalmente primaverili, che avrebbero sconsigliato l’uso degli sci in alta quota.
Il capo delle guide abruzzesi, Davide Di Giosafatte, ha spiegato che le previsioni meteo non prevedevano nulla di buono e che in questi casi ci vuole una attenzione speciale, soprattutto per l’instabilità della neve dovuta al calore. “La stagione ormai è ‘andata’, lo ripeto a tutti, per fare quelle cose. Ora è troppo rischioso, oltre tutto c’è stata una grossa valanga nella Conca degli Invalidi, che testimonia la pericolosità della montagna”, ha aggiunto Di Giosafatte.
La morte di Racanella si aggiunge alla già lunga scia di morti nelle montagne abruzzesi: lo scorso anno furono infatti nove le vittime registrate, l’ultima a novembre sulla Maiella, mentre sul Gran Sasso a settembre ci furono due decessi, a cui va aggiunto un ragazzo miracolato, colpito da un fulmine nella discesa verso Campo Imperatore ma sopravvissuto.
Racanella era un grande conoscitore della montagna e socio del Cai, la sua passione per lo sport e la montagna emergeva anche dal suo profilo Facebook, dove aveva pubblicato diverse foto con paesaggi montani, anche in panorami innevati, con gli sci ai piedi.