Uno scontro che sembrava essersi raddolcito e che invece è tornato di colpo su toni accesi, violenti. La scelta del Movimento Cinque Stelle di presentare con un emendamento la riforma della prescrizione nel dl anticoruzzione non è piaciuta affatto alla Lega, convinta della necessità dello stralcio della norma. Almeno per ora. Il piano di Salvini, venuto a galla in queste ore concitate, prevede infatti un rinvio della spinosa querelle, da affrontare nuovamente soltanto a gennaio, inserendola nella riforma della procedura penale.
A rendere il quadro ancora più complicato sono i continui appuntamenti all’estero già segnati sull’agenda degli esponenti di punta del governo gialloverde, in primis il premier Conte che fatica a svolgere con efficacia il ruolo di mediatore tra i due poli dell’esecutivo. E soprattutto a rasserenare un Di Maio in queste ore sempre più estremo: alla prese con le accuse dei suoi stessi colleghi di partito e dei militanti in rete, il leader pentastellato non vuole infatti saperne di passi indietro e mediazioni.
“La riforma della prescrizione è nel contratto di governo e per questo va fatta”: questa la frase che Di Maio continua a ripetere all’esasperazione. Cedere ancora una volta di fronte alla richieste leghiste sarebbe infatti la conferma, agli occhi dei suoi detrattori, della sua totale subalternità a Matteo Salvini.