Il punto sul quale c’è stata più divisione, all’interno del documento finale del Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia. Quello che ha registrato più “non placet”, 41 a fronte dei 128 “placet”. E che catalizzato maggiormente il dibattito tra i fedeli: la richiesta al papa di valutare la possibilità, per le zone del pianeta dove c’è scarsità di preti, di ordinare sacerdoti anche uomini che hanno già una famiglia “legittimamente costituita e stabile”, possibilmente da scegliere tra i diaconi permanenti. 
In precedenza si era parlato a lungo anche dell’idea di vagliare l’ordinazione sacerdotale dei cosiddetti viri probati, uomini sposati di una certa età. L’ipotesi è ancora valida anche se la richiesta dei membri del Sinodo è comunque più generale e riguarda, appunto, l’ordinazione di diaconi scelti fra candidati sposati. Secondo il cardinale Michael Czerny, sottosegretario della sezione migranti e rifugiati del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, “che i vescovi parlino dell’ordinazione di uomini sposati scelti fra i diaconi è normale perché chiunque desidera accedere al sacerdozio deve essere diacono anche solo per pochi mesi”.
Le aperture dei vescovi hanno riguardato anche altri argomenti. Fra questi la presenza delle donne nella Chiesa. Qui è il Papa, chiudendo i lavori, ha detto a sorpresa che la Congregazione per la Dottrina della Fede approfondirà e studierà la questione del “diaconato femminile”: è necessaria “creatività” nell’ambito di “nuovi ministeri”. Ma anche qui, ovviamente, è in corso una battaglia feroce tra frange più o meno tradizionaliste nella Chiesa. Umbria, Berlusconi fa il verso a San Francesco: “Aveva le orecchie a sventola”