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Psicodramma PD, perché in molti ora spingono Renzi a candidarsi e a non andarsene

Nuova tentazione Renzi nello psicodramma Pd: “E se mi candidassi?”. Sì, lo ha detto davvero. A un dirigente Pd. Dopo aver negato per mesi che avrebbe ritentato la conquista del Pd, dopo aver detto che non si occupa del congresso, ora Renzi pare abbia addirittura commissionato un sondaggio “a tre” per capire l’elettore Pd chi voterebbe tra Martina, Zingaretti e Renzi. I colonnelli gli fanno baluginare l’idea di essere in tempo (il 12 si chiudono le candidature) per scendere in campo. E mettersi di nuovo a combattere per tenersi stretto il Pd da segretario.

Una “pazza idea” come la definiscono perfino gli aficionados, ma che non è affatto da escludere. Visto lo stato di imbarazzo in cui versano tutti i suoi dirigenti, che non sanno che dire e preferiscono non commentare un suo addio al Pd per fare una cosa nuova. Uno tra tutti, Dario Nardella, si augura che non vi sia una scissione.

Zingaretti non commenta, ma anche l’operazione di coinvolgere Calenda con la promessa di una candidatura a capolista alle Europee, fatta con l’ intercessione di Gentiloni, svela l’intenzione di mettere in campo un Pd largo e aperto per sopire gli animi. E il fatto che non vi sia un no secco dell’ex ministro dello Sviluppo è indicativo. Come è indicativo di uno spirito analogo la proposta di Delrio di una cabina di regia, con il presidente del partito Orfini, i capigruppo e tutti i candidati: non dare lo spettacolo di un partito lacerato, perché “qui il vero rischio è la tenuta del Pd”.

Renzi deve dunque prendere una decisione complicata poiché sa perfettamente che a quel punto il congresso si trasformerebbe in un altro referendum su di lui. E per ora non si scopre. “Faccio il segretario, mi colpisce il fuoco amico. Mi dimetto e mi chiedono di stare in silenzio. Sto zitto e mi chiedono di parlare. Un giorno devo andarmene, un giorno fare il segretario…”. Insomma, per ora glissa e dice che sono solo altre voci…

La maxi pattuglia di renziani, però, è in attesa che l’ex premier dia un segnale: sono circa 70 deputati (su 111 del Pd) e 31 senatori (su 52) rimasti in balia delle onde. La ricerca di un candidato alternativo, per tenere insieme le truppe renziane, è spasmodica. Ma ieri è naufragato anche il tentativo di trovare la quadra su Lorenzo Guerini per sfidare il super favorito Nicola Zingaretti. A rendere ancor più incandescente la situazione, a tarda sera, da Huffingtonpost.it è piombata una notizia che sarebbe clamorosa: “Matteo Renzi è pronto a ricandidarsi per la segreteria del Pd”.

Tutto mentre sui cellulari dei parlamentari circolavano le schermate con i quesiti per misurare l’appeal di Renzi. “Fantascienza”, tagliano corto i collaboratori più stretti. Ma a condizionare il campo nel centrosinistra resta il possibile addio di Renzi al Pd, con la fondazione di un nuovo contenitore politico per misurarsi alle elezioni europee di maggio. “Per ora il tema non si pone. A gennaio vedremo”, si è fatto sfuggire a chi lo ha incalzato in questi giorni.

 

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