Dura la vita del Movimento Cinque Stelle, alle prese da un lato con il carattere duro e deciso mostrato agli elettori in passato e dall’altro con i guai dell’alleato di governo Matteo Salvini. Le carte che riguardano il leader della Lega sono arrivate alla Giunta per le immunità del Senato: nonostante la richiesta di archiviazione della procura, il vicepremier è stato messo sotto processo dal Tribunale dei ministri di Catania per i fatti legati ai migranti a bordo della nave della Guardia costiera Diciotti.
Salvini ha scelto la linea dura, lo scontro frontale con la magistratura, convinto che comunque ne trarrà un grande beneficio in termini di consenso elettorale. Per il Movimento Cinque Stelle, però, si tratta di una bella gatta da pelare. L’assemblea di Palazzo Madama sarà chiamata a votare sull’autorizzazione a procedere per il segretario del Carroccio. E mai, fino a oggi, i grillini hanno detto “no” di fronte a una simile richiesta, fedeli alla linea sbandierata dal partito fin dalla nascita.
Difficile però immaginare un esecutivo che continua il proprio percorso di fronte a un leader affossato proprio da uno dei partiti che lo compongono. Secondo l’Huffington Post, la linea di Salvini è riassumibile così: “Aspettiamo di vedere che fanno devono capire che in gioco non c’è la posizione del leader della Lega, ma la tutela del ruolo di ministro”.
L’idea Cinque Stelle potrebbe essere quella di lasciare libertà di voto agli esponenti pentastellati confidando che Forza Italia si schiererà con Salvini. Ma sarebbe una scelta rischiosissima, con i numeri che potrebbero alla fine non tornare. Con la speranza, non troppo nascosta, che Salvini decida di rinunciare all’immunità e farsi processare. Per il Movimento, sarebbe un grosso peso in meno sullo stomaco.
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